Juve, contro la Fiorentina è la vittoria del bilancio. Per due motivi Scanavino sorride più di Allegri

Juve, contro la Fiorentina è la vittoria del bilancio. Per due motivi Scanavino sorride più di Allegri
Juve, contro la Fiorentina è la vittoria del bilancio. Per due motivi Scanavino sorride più di Allegri – Jmania.it

Le spazzate senza fronzoli di Federico Gatti, nella partita contro la Fiorentina, sono l’immagine di questa Juventus e hanno un doppio significato. Sono concrete tanto quanto lo è l’applicazione difensiva della squadra bianconera; sono simboliche perché sanno di calcio d’altri tempi e allontanano quello “moderno” di cui, a inizio stagione, si è parlato in casa Juve.

Le spazzate di Gatti, Rugani migliore in campo, Chiesa disperato perché non tocca un pallone. Questa è la Juventus di Massimiliano Allegri e non può essere altro: sbaglia chi si è illuso, chi si illude ancora. La squadra bianconera è feroce nel difendersi, è appesa agli episodi, è sterile davanti. Ma vince, si piazza al secondo posto in classifica a due punti dall’Inter, piazza un muro di sette punti sul quinto posto. Una serata che fa sorridere Allegri che, dopo il fischio finale, raggiante come poche altre volte in stagione, entra dentro al campo per complimentarsi con i suoi. Una serata che fa sorridere, soprattutto, chi tiene le redini della macchina Juve: l’amministratore delegato Scanavino e il presidente Ferrero.

Juve, Scanavino e Ferrero sorridono

Come è noto, i due sono stati piazzati alla guida della Juventus perché uomini fidati di John Elkann, dopo il caos societario che un anno fa portò alle dimissioni del CdA e alla fine dell’era Agnelli. Il campo non è cosa loro, conti e bilanci sì. Un compito: rimettere a posto la società dal punto di vista economico e, in questo senso, la partita contro la Fiorentina può essere una svolta, in particolare per due motivi.

Una certezza. Questa Juve è brutta, magari non diverte gli esteti del calcio – e non c’è nulla di male ad esserlo, per intesi -, soffre e fa soffrire. Ma vince e dà l’impressione che, in un campionato dove le dirette avversarie si stanno dimostrando mediocri e affette da mancanza di continuità, all’obiettivo quarto posto possa arrivarci in ciabatte, senza avere nemmeno il bisogno di alzare i giri del motore. Quarto posto che è il vero obiettivo – come ribadito da Giuntoli -, perché l’accesso alla nuova Champions garantisce ricchi introiti: una boccata d’ossigeno per i conti.

Vlahovic, per la Juve è un problema 

E poi c’è il capitolo Vlahovic. E diciamolo chiaro: a questa Juve fatta di assedio subìto e ripartenze un Vlahovic non serve e a Vlahovic non serve questa Juve per continuare a crescere. L’ingaggio del serbo pesa come un macigno a bilancio e, con il passare delle stagioni, peserà sempre di più. Il suo apporto a questo tipo di gioco, invece, è leggero come piuma. Non è solo colpa sua, ma così é. Basta un Kean per far la lotta, provare a tenere qualche pallone nella metà campo avversaria, per attaccare la profondità e giocare isolato in attacco. Basta un Milik; basta, nel caso, un Yildiz. Vlahovic diventa un lusso e in tempi di spending review i lussi non sono concessi. Per questo, in estate, il club cercò il modo di venderlo e se, oggi, Dusan entra per gli ultimi 20 minuti a Firenze e Lukaku decide la partita per la Roma, è solo perché non si trovò l’accordo economico con il Chelsea.

Insomma, in questo contesto, Vlahovic può partire. Già a gennaio. Non sarebbe utopia e, in un certo senso, avrebbe una sua logica. Era stato messo al centro del progetto dalla vecchia Juve, quella nuova può metterlo alla porta: resterebbe l’amaro in bocca del progetto incompiuto, ma che boccata d’ossigeno per i conti. E, ad oggi, questo non è importante, ma è tutto quello che conta.