La Juventus è riuscita nell’impresa e non è il primo posto. L’assist del Var e il messaggio a tutti

La Juventus è riuscita nell’impresa e non è il primo posto. L’assist del Var e il messaggio a tutti
La Juventus è riuscita nell’impresa e non è il primo posto. L’assist del Var e il messaggio a tutti

Per un attimo facciamo una mossa che non aiuta il dibattito e, anzi, taglia ogni discorso con l’accetta: attacchiamo le etichette. Allegriani e anti allegriani, risultatisti e giochisti: dopo anni di accesa diatriba social, finalmente tutti uniti. Alzi la mano chi, juventino, non ha esultato alla rete di Cambiaso che ha regalato alla Juventus la vittoria nel finale contro il Verona e la testa momentanea della classifica, tre anni dopo l’ultima volta. No, non ne vediamo alzarsi.

C’era Sarri, c’era l’emergenza sanitaria, c’era Higuain a guidare l’attacco e Andrea Agnelli ad applaudire in tribuna, al fianco del fidato Pavel Nedved. Un altro mondo e la Juventus chiudeva la stagione in testa alla classifica, sarebbe stata l’ultima volta prima di oggi: chi l’avrebbe immaginato? Oggi la Vecchia Signora è tornata davanti a tutti, ma non è certo questa la notizia migliore, la vera impresa.

La soddisfazione è grande ma effimera, il campionato è appena cominciato e la domenica di Serie A può cambiare le carte in regola. Questa Juventus, quella vista contro il Verona, però, mette d’accordo tutti gli juventini, li fa esultare, riaccende l’entusiasmo. Si sente nello Stadium che prova a ridiventare bolgia, si respira per le strade e si legge sui social. Si legge nel sorriso che si apre sul volto di Cambiaso dopo il gol – che storia la sua che, arrivato al JMedical per le visite di rito, appena acquistato, non fu riconosciuto da una tifosa -, e nell’esultanza di tutta la squadra che, al di là delle voci estive sulle frizioni interne, è unita con un pugno.

Ulteriore collante, le polemiche arbitrali. Sì, perché questa squadra non è la macchina da guerra ammirata negli anni del ciclo d’oro e dei nove scudetti vinti. Ha bisogno di un nemico esterno, una minaccia, per compattarsi e non scivolare nell’apatia. Lo si è visto l’anno scorso, lo si è visto anche contro il Verona. Ulteriore step di crescita sarà questo: trovare l’equilibrio – come ripete sempre Allegri -, per non appiattirsi, ma tendere sempre verso l’alto.

Dopo Juventus-Verona, il messaggio a tutto il campionato è chiaro. Non sarà la rosa migliore, peccherà d’inesperienza, il gioco non sarà certo esaltante: ma per la corsa al tricolore la Juve c’è. Obiettivo quarto posto? Non scherziamo.