A conti fatti è giusto così. A conti fatti. Ma che fatica fare i conti, nella serata in cui l’Ajax sembra quella di Cruijff, tu hai Ronaldo e non serve a nulla, se non a creare un’illusione ancora maggiore. Non viene fuori questa sera una maledizione che – ormai – si è cristallizzata. Da record mondiale, probabilmente. Non era stagione, non era così che doveva andare. Ma la solfa è la stessa da tanto, troppo tempo. Partiranno i processi: De Sciglio non avrebbe dovuto giocare, Allegri ha rinunciato al calcio, non basta nemmeno Ronaldo. Nemmeno il più forte del mondo. Considerazioni amare, miste a qualche applauso e gli occhi lucidi di uno Stadium che, quando ha spinto, ha messo i brividi.

L’Ajax è stato più forte. Resta, forse, l’unica considerazione oggettiva, lontano da processi sommari e spesso univoci e ingiusti. Ed è anche il pensiero su cui riflettere di più. La Juve delle stelle, di Ronaldo e Dybala, degli otto scudetti consecutivi, può soccombere all’Ajax dei ragazzini? Evidentemente sì. Lo dice il campo. È un po’ la solita vecchia storia della Coppa dei Campioni: quando sembra che puoi vincerla, poi la perdi. E trovi sempre un ostacolo più grande di te. Un rigore all’ultimo minuto, un terzino che non spazza il pallone, una squadra di ragazzini terribili che non ti fa respirare e ti butta in mezzo a una strada per 45′ (per non essere cattivi).

Adesso urge ripartire. Prima di tutto, però, dai ringraziamenti. Ad Allegri, che ha costruito un ciclo vincente, che ha dato – con Marotta (da non dimenticare), Paratici e soprattutto Agnelli – una dimensione europea a una Juventus a cui, in questi anni, è mancata solo quella Coppa. Solo? Sì, solo. E del resto non basta essere più forti, non serve sempre. A volte si perde anche quando sei più forte. Altrimenti sai che palle? Alla Juve capita spesso, del resto. Il dramma sportivo ed emotivo si chiama Champions League. Non è un fallimento, però. Non è lo su tutta la linea. È una sconfitta e nel calcio si vince e si perde. Complimenti all’Ajax, ma che non si parli di fallimento Juve o di esonero. Se Allegri vorrà, cercherà fortuna altrove. Con la Juve ha vinto quasi tutto. Troppo spesso, però, è incappato nell’Ajax di turno.

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