Signori: “Radiato senza essere tesserato e senza aver fatto neanche una telefonata. La procura non ha neanche ascoltato le intercettazioni”

Beppe Signori è stato radiato dal calcio dalla giustizia sportiva, ma i tempi e i modi non sono affatto piaciuti all’ex calciatore di Lazio e Bologna, che ha organizzato una conferenza stampa nel capoluogo emiliano, per commentare la sentenza di secondo grado e annunciare la propria strategia di difesa. “Fa comodo tenere su il mio nome in una vicenda che non ha portato quasi a nulla. All’inizio si parlava di centinaia di partite, poi solo di una, presunta. Non riesco a capire – ha detto più volte l’ex nazionale azzurro – come possa essere che io che non ho nessuna intercettazione abbia avuto le stesse condanne, o superiori di chi ne ha trecento. Come può essere radiato uno senza neppure una telefonata? Forse e ho la sensazione che sia così, a qualcuno fa comodo tenere il mio nome, come fa il cane quando tiene l’osso in bocca e lo riporta al padrone. Ma non è corretto”. Altra stranezza: nella convocazione della Procura federale, Signori risultava “non tesserato”. “Poi improvvisamente – ha dichiarato il diretto interessato – mi sono trovato tesserato e sospeso”. Chi ha seguito il processo farsa di Calciopoli troverà diverse analogie in questa vicenda, con quanto accaduto a Luciano Moggi.\r\n“Ho acquistato per diverse migliaia di euro le intercettazioni a disposizione della procura – ha continuato poi Signori, spiegando la sua linea difensiva – e in quella nella quale si evince che sarei il capo dell’organizzazione bolognese, lunga ben 15 minuti e 56 secondi, si capisce esattamente che non si parla del sottoscritto. Per me le telefonate la Procura non le ha ascoltate ma se le avesse ascoltate sarebbe ancora più grave. Se mi accuseranno di altre cose oltre a quella delle scommesse legali che ho effettuato per negligenza, non pensando di essere ancora tesserato, sarò io a consegnare i tesserini e ad abbandonare il mondo del calcio dopo trenta anni di attività”.\r\n\r\nCredits: Repubblica.it