Allegri si può discutere, ma non così

Partiamo da un semplicissimo presupposto: l’operato di Massimiliano Allegri si può assolutamente discutere. Nonostante i numerosi successi del tecnico toscano alla guida della Vecchia Signora, infatti, è innegabile che qualche errore lo abbia commesso, specie quest’anno in campo europeo.

Il problema è sempre lo stesso. Già, solito problema che affligge tutti coloro che, considerando il mondo social come un qualcosa di virtuale e poco concreto, confondono il diritto di poter esprimere la propria opinione con quello di poter dire liberamente tutto ciò che passa nella loro testa, forse perché avvolti in un relativo anonimato e rafforzati dal superpotere dell’era moderna, quello in grado di renderti un feroce leone… da tastiera.

Ecco che le critiche sulla gestione tecnica di Allegri si trasformano magicamente in offese personali, sempre più infamanti, sempre più cattive, con uno scopo ben preciso: distruggerlo e renderlo vulnerabile. Insomma, una vera e propria guerra a chi la spara più grossa, a chi riesce a scavare meglio nel passato e nel presente più nascosto della persona, per trovare qualcosa che vada a confermare la teoria che sta alla base, ossia che quella è una brutta persona.

Viviamo in un’epoca in cui non ci si rende nemmeno conto quanto sia facile distruggere qualcuno, un’epoca in cui mezzi potentissimi sono nelle mani di chi, purtroppo, non ha alcuna capacità e competenza per utilizzarli in maniera adeguata. Purtroppo, però, è proprio l’incompetenza a dominare questo “mondo virtuale”, e la recente cancellazione di Massimiliano Allegri dai social ne è la dimostrazione.

Ok, va bene, il mister della Juventus non ha mai confermato di essere sparito da Facebook e Twitter per le offese ricevute, ma i commenti sotto ogni suo post erano visibili a tutti. Attacchi personali, parole terribili, fino ad arrivare a vere e proprie minacce per il gioco espresso dalla sua squadra. Provate solo un attimo a scrivere #AllegriOut su Twitter e vedrete che no, non sto assolutamente ingigantendo la questione.

Come se non bastasse, anche Valentina Allegri (figlia di Massimiliano) ha recentemente abbandonato Instagram. Il motivo ufficiale? Anche questo non si sa, ma dopo l’addio ai social del padre sono iniziati a comparire i soliti insulti anche sul suo profilo. Per non parlare di ciò che ha dovuto subire subito dopo la fine della storia con Piero Barone, cantante de “Il Volo”. Ecco, in questo caso le offese non si possono nemmeno riportare, data la gravità di quanto scritto.

Come nella canzone “Alla fiera dell’est” di Angelo Branduardi, si procede a ritroso. Con l’abbandono dei social di Massimiliano Allegri prima e della figlia Valentina poi, chi era rimasto ancora da colpire? Ma ovviamente lei, la compagna del tecnico della Juventus, Ambra Angiolini. Incredibile ma vero, anche lei non è sfuggita alla furia feroce degli haters del futuro marito, e in maniera tanto sorprendente quanto clamorosamente assurda si è ritrovata nel vortice degli “Allegri vattene”, con persone che l’hanno invitata (in maniera poco gentile) a cambiare compagno, o addirittura a tornare con Francesco Renga. Insomma, per citare Mentana, gli webeti ora vogliono decidere anche chi bisogna amare.

L’ultimo episodio della saga “Distruggi Allegri”, però, è ancora più paradossale, e a tratti persino comico. Nella giornata di ieri, sui social, è iniziato a circolare un video di Juventus-Fiorentina, match che ha ufficialmente consegnato l’ottavo Scudetto consecutivo nelle mani dei bianconeri. Pochi istanti prima del fischio d’inizio, come testimoniato dall’inno della Serie A in sottofondo, un bambino nemmeno troppo piccolo si avvicina a Massimiliano Allegri, già seduto in panchina, e gli chiede un autografo. Il tecnico bianconero rifiuta e il bambino torna da chi, sbagliando, lo aveva “mandato in missione”.

Eccola, finalmente, un’altra occasione per poter gettare fango (per non essere volgari) su quella persona. “Troppo facile fare il simpatico da Fazio”, ha sentenziato qualcuno, “Questo è Allegri”, ha replicato qualcun altro, ignorando quello che è il regolamento, che vieta a calciatori, tecnico e staff di entrare in contatto con la tifoseria nel corso di una partita, nonostante la vicinanza delle panchine al pubblico.

Solo per un istante, provate a togliervi di dosso quella patina di odio che vi avvolge quando pensate a Massimiliano Allegri, e immaginate cosa sarebbe successo se avesse firmato quell’autografo a quel bambino… dai su, non è difficile.

Insomma, criticate Allegri come allenatore, criticate la sua gestione tecnica, il suo modo di giocare e le sue scelte di formazione, ne avete tutto il diritto… ma basta con questo becero tiro al bersaglio personale.