Sporting Lisbona-Juventus: le parole di Allegri e Buffon in conferenza stampa [VIDEO]

Champions League 2017-2018, la conferenza stampa di Massimiliano Allegri e Gianluigi Buffon alla vigilia di Sporting Lisbona-Juventus

Massimiliano Allegri e Gianluigi Buffon hanno parlato alla vigilia di Sporting Lisbona-Juventus, partita che potrebbe dare ai bianconeri la qualificazione agli ottavi di finale di Champions League.

“Sono orgoglioso di far parte di questa società – ha esordito il tecnico livornese davanti ai giornalisti a Lisbona – . Ho trovato una società solidissima e questo è la base per vincere. La vittoria è nel dna della Juve da 120 anni”.

Dopo essere tornata a fare punti con continuità in campionato, per la Juventus c’è una sfida assai difficile, perché all’andata lo Sporting ha messo in difficoltà Buffon e soci.

“Domani è una partita da dove dobbiamo uscire con un risultato positivo. In casa giocano bene – le parole di Allegri riportate da ‘Sportmediaset’ – , hanno messo in difficoltà il Barcellona. Dovremo fare una grande partita, capire come e quando giocarla. È una squadra con tradizione europea e ha prodotto molti giovani che sono nel calcio europeo. Dovremo fare una grande partita per ottenere la qualificazione, sarà una sfida complicata. La squadra deve rimanere sempre serena fino all’inizio della partita, poi al fischio d’inizio deve accendere l’interruttore e giocare con attenzione e tecnica per poi rilassarsi a fine partita. Questa è una caratteristica importante per recuperare le forze visto che giochiamo ogni tre giorni”.

Secondo le indiscrezioni della vigilia, Allegri avrebbe un solo dubbio di formazione, ma il tecnico bianconero non rivela ovviamente quale sia la sua scelta.

“Per quanto riguarda il terzino le soluzioni sono Sturaro, De Sciglio e Cuadrado. Se gioca Cuadrado terzino giocherà un esterno davanti a lui, o in alternativa un centrocampo a tre con due trequartisti. 4-3-3? È facile farlo, basta che Dybala fa la mezzala e quando Paulo lo fa la squadra gioca bene. Douglas Costa? Sta bene, ha fatto una buona partita contro la Spal e mi dà alternative offensive sia a destra che a sinistra. È utile sia dall’inizio che a partita in corso. Dybala? Paulo sta bene ed è pronto a giocare, a Milano ha fatto una buona prestazione e sta crescendo. Questa è la cosa più importante, poi il gol lo trova o da fermo o su azione. Ha fatto una bella giocata sul primo gol di Higuain a Milano, ci sono momenti della stagione dove si gioca più o meno bene. Mandzukic?  un giocatore di grande costanza e secondo me può fare bene anche la mezzala. È un giocatore eclettico e determina. Portiere? No, quello lo fa bene Sturaro. Abbiamo i due migliori portieri al mondo. Mario sembra burbero, ma è anche un bravo ragazzo. Matuidi? Devo decidere e valutare perché ha preso una botta sabato a Milano. Khedira ha giocato tanto, ma devo anche prendere in considerazioni i cambi che sono stati molto utili anche a Milano”.

Dopo la gara con il Milan, anche in Portogallo difficilmente giocheranno i nuovi dall’inizio. Il perché Allegri lo spiega chiaramente.

“Questa squadra lo scorso anno ha vinto due titoli in Italia e raggiunto la finale di Champions. I giocatori arrivati sono utili sia per l’immediato che per il futuro, diversi sono giovani e non dimentichiamo che tornerà anche Pjaca. La società ha migliorato la qualità della rosa, perché migliorare la qualità degli undici era difficile. Questo – insiste alla vigilia di Sporting Lisbona-Juventus – mi permette di far riposare giocatori in alcune partite”.

Sporting Lisbona-Juventus: Buffon

Di fianco al tecnico della Juventus, c’è in conferenza stampa capitan Gianluigi Buffon, che apre subito rispondendo alle critiche di questo inizio stagione.

“Non è che fino adesso abbiamo scelto di fare determinate prestazioni o di fornire risultati che speravamo di ottenere. C’ una migliore conoscenza tra di noi, una condizione fisica che è cresciuta e una condizione mentale più allenata. Questo – continua – fino a qualche settimana fa è stato il problema più grande per noi. Con l’avvicinarsi delle gare dentro o fuori troviamo le motivazioni giuste. Non è che nella partita d’andata fossimo deconcentrati, perché conoscevamo l’importanza della partita e siamo entrati in campo con quella consapevolezza, perché perdendo la prima a Barcellona, quelle successive diventano decisive. Il problema è che ci sono anche degli avversari con dei valori e lo Sporting Lisbona secondo me è una squadra che ha messo in difficoltà noi, ma anche il Barcellona. Ed è una squadra che annovera tra le sue fila dei giocatori che hanno tantissima esperienza, sono stati protagonisti in squadre vincenti, hanno fisicità, hanno corsa, hanno gamba, quindi è una squadra che al di là che possa giocare contro la Juve, è una squadra dura da battere per chiunque. Ed è normale che quando tu giochi partite di questo livello, incontri anche delle difficoltà”.

Alcuni quotidiani oggi hanno sottolineato l’importanza di Buffon nello spogliatoio della Juventus come motivatore, oltre che come numero uno. Higuain ha giocato ultimamente dei consigli di ‘SuperGigi’, mentre non ci sono particolari consigli per Dybala.

“Le cose che faccio all’esterno non sono calcolate, le faccio sul momento. Quello che avevo detto del Pipita dopo Udine mi è uscito dalle viscere – racconta – , ci ha dato una grande mano, era stato anche sfortunato. Penso che quello che aveva giocato meglio e dato di più alla squadra era stato Higuain e volevo sottolinearlo. Per quanto riguarda Paulo non ho nulla da dirgli. Ha fatto un inizio di stagione straordinario e se per due settimane non segna non è la fine del mondo”.

Quanto alla partita di martedì 31 ottobre contro lo Sporting, alla Juve potrebbe andare bene anche un pari, ma nessuno firma per un punto prima di scendere in campo.

“Penso che tutte le partite una squadra le interpreti, le incominci per cercare di ottenere il massimo, poi durante la gara capisci qual è il massimo al quale puoi arrivare. Perché ci sono delle gare magari pensi di poter affrontare in un certo modo con determinate difficoltà e poi ti accorgi che magari le difficoltà sono maggiori o magari ti accorgi che hai l’opportunità di colpire e fare male all’avversario, allora non ti accontenti più di gestire, ma vuoi cercare di vincere. Per cui penso che l’intento iniziale sia quello di proporre calcio e far vedere la Juve migliore possibile, poi durante la gara a seconda delle sensazioni che uno ha, capisce se c’è la possibilità di osare di più o di meno”.

Con il Milan, intanto, la Juventus è tornata alla difesa solida del passato, dopo un inizio di stagione con tanti gol subiti.

“Spero che la squadra sia diventata una squadra intelligente e consapevole. Ci sono partite in cui puoi essere più prudente e fare due metri in meno e partite dove non te lo puoi permettere. A Milano siamo stati bravi a capire che se facevamo un metro in meno non avremmo vinto. Le critiche? La mia reazione è che in ogni tipo di critica ci siano cose strumentali e alcune che possono essere vere. E come faccio sempre, quando queste critiche possono essere individuali, quindi riferite al sottoscritto, cerco di fare un’analisi seria e onesta delle cose, discernere quelle che possono essere polemiche di bassa lega che non hanno un fondo di verità e quelle che ti possono far alzare le antenne, possono essere spunto di un miglioramento personale o di squadra. Quindi penso che in mezzo a tutti questi discorsi che si fanno, la maggior parte delle cose non le reputo, non dico oneste, non le reputo corrette. Perché poi bisogna guardare i numeri e quando si guardano i numeri, una squadra che nelle prime 13 partite, 14, tra campionato e coppa, ne vince 10, ne pareggia una e ne perde due o tre, penso due addirittura, levando la Supercoppa, uno può dire tutto, tranne che sia una squadra che abbia dei problemi. Poi, è chiaro che in questo momento ci sono squadre in campionato che stanno facendo meglio di noi, ma fare meglio di noi significa fare qualcosa di estremamente straordinario. Ma vanno elogiate loro, non va denigrata la Juve”.

Infine, il segreto che consente a Buffon di rimanere il portiere più forte al mondo secondo la Fifa, nonostante i 40 anni.

“Ho passato gli stessi cinque anni allo stesso modo, nonostante l’età. A trentacinque stavo come sto oggi, e lo devo ai miei allenatori, che mi preparano e stimolano nella maniera più corretta. Me lo ha insegnato la Juve: lavorare senza guardare la carta d’identità. Il modo migliore è svegliarsi al mattino e andare a Vinovo”, conclude Buffon alla vigilia di Sporting Lisbona-Juventus.