Sarri come Allegri: per nuovi acquisti e giovani serve tempo

Sarri non vuole rischiare: lo confermano Paratici e Martusciello, per i primi tempi toccherà alla Juve di Allegri, anche nella gestione delle partite

La prima Juve di Sarri è stata molto simile a quella di Allegri e non è una critica nei confronti del nuovo allenatore. Per il debutto in campionato contro il Parma, infatti, l’ex tecnico del Napoli ha schierato 10/11 dello scorso anno, con unica “novità” il deludente Higuain (a proposito, andatevi a guardare la “mappa di calore” dei suoi movimenti, esattamente come durante la gestione precedente gioca molto più a centrocampo che in avanti). Lo ha spiegato chiaramente Fabio Paratici prima della partita (“Sarri come Allegri e Conte, i giocatori che sono arrivati spesso all’inizio hanno avuto bisogno di un periodo di adattamento”); lo ha ribadito a chiare lettere a fine partita Giovanni Martusciello (“Le scelte sono ricadute sui giocatori più esperti, sono le dinamiche di una stagione”).

Ora tutto bello e ineccepibile, prima però volavano insulti al tecnico livornese. Secondo quanto emerge da questo quadro, per vedere in campo dal primo minuto i nuovi acquisti ci vorrà probabilmente un mesetto. Diciamo dopo la sosta per le nazionali che arriverà al termine della seconda giornata di campionato. Siamo la Juventus e, con tutto il rispetto, non una normalissima squadra di provincia. Come ha ribadito Pavel Nedved nella conferenza stampa della vigilia, puoi cambiare giocatori, staff e quant’altro, ma non sono tollerate “stagioni di transizioni”, perché bisogna vincere e basta.

Sarri: scelte conservative giuste, come lo erano quelle di Allegri

Si spiegano così le scelte “conservative” che faceva Allegri; si spiegano allo stesso modo quelle fatte e che farà Sarri. Non è un caso che il nuovo allenatore si sia affidato a De Sciglio e non a Danilo. Si diceva che il terzino ex Milan giocasse a calcio solo perché fosse un “cocco” di Allegri. Invece continua ad essere stimato da qualunque allenatore lo abbia a disposizione. Da Conte a Sarri, senza dimenticare Mancini che ne ha fatto un titolare inamovibile della sua nazionale.

E si spiegano così anche le scelte a centrocampo, laddove i detrattori di Allegri si aspettavano una vera e propria rivoluzione con la decapitazione in pubblica piazza di Khedira e Matuidi. Sarri si è affidato invece proprio al trio di centrocampo del precedente biennio, relegando in panchina il nuovo Rabiot (subentrato male a gara in corso) e il giovane Bentancur. A Parma contava portare a casa i tre punti e il nuovo allenatore della Juventus sa bene che se fosse uscito dal Tardini senza un risultato positivo con una formazione sperimentale sarebbe stato un pessimo inizio. La Juve ha puntati addosso i fari di tutto il mondo, ma soprattutto quelli di una società che vuole innanzitutto primeggiare in Italia, sempre.

“La vera Juve si vedrà a marzo” (l’abbiamo già sentita)

Al di là dell’ottimo primo tempo giocato, infatti ,la vittoria è arrivata esattamente come spesso avveniva nelle precedenti stagioni. Dopo le tante folate del primo tempo e i buoni fraseggi, nella ripresa ci sono stati tanti errori, tanta sofferenza e baricentro molto basso. Il Parma correva il doppio della Juventus nella ripresa, ma Chiellini ha già spiegato che Sarri e il suo staff stanno lavorando per “correre nel momento decisivo della stagione” (sbaglio o questa l’ho già sentita?). Per vedere la vera Juve di Sarri ci vorrà inevitabilmente del tempo, ma non meravigliatevi se magari doveste vederla più in là solo in qualche occasione, perché il nuovo tecnico si è subito adattato all’ambiente che gli chiede prima la vittoria, poi il bel gioco. Come del resto aveva già fatto al Chelsea. In Inghilterra a Febbraio i tifosi dei Blues cantavano “Fuck Sarriball”, un gioco che non divertiva e non faceva vincere. Quando gli impegni saranno ravvicinati e Agnelli vorrà andare avanti in tutte e tre le competizioni, Sarri cosa farà? Continuerà a ricercare a tutti i costi l’esecuzione del suo credo o baderà alla concretezza?