La ‘cialtroneria del metodo Iene’ | Incredibile svista nel servizio sugli arbitri: sbugiardati dal regolamento

Logo AIA e Center Var - Foto ANSA - Jmania.it
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Il regolamento smentisce quanto affermato con convinzione da Le Iene nel servizio dedicato al VAR, polemiche a non finire

Nell’ultima puntata del programma Le Iene, andata in onda su Italia 1, si è tornati a parlare di calcio: sono finiti sotto esame gli arbitri, con un direttore di gara che ha deciso di denunciare alcune presunte anomalie del sistema. L’autore del servizio è Filippo Roma, che ha spiegato ai microfoni di TvPlay, come è nata l’inchiesta che ha alzato un polverone.

Queste le parole dell’inviato: ⁠“Sono stato contattato tra fine novembre e inizio dicembre dall’arbitro che ha parlato. Questo perché ogni tanto mi occupo alle Iene del calcio. Sono molto vicini a ricorrere alle azioni legali, perché questo gruppo di persone non si sente più tutelato dal mondo arbitrale. Il sistema non è più basato sul merito ma solo sulla politica. Non lavorano più serenamente”.

Adesso l’associazione italiana degli arbitri minaccia di querelare Mediaset e ha deciso di rispondere con fermezza alle accuse subite. Diffuso un comunicato che afferma quanto segue: “L’AIA ritiene inaccettabili le accuse lanciate ieri sera, peraltro in forma anonima, tramite una trasmissione televisiva”.

E ancora: “Si tratta di illazioni che non hanno alcun fondamento concreto. La gestione tecnica della CAN, così come di tutte le altre Commissioni Nazionali, si basa su precise valutazioni riferite alle prestazioni arbitrali”.

Non tutti sono contro l’AIA, le parole a sostegno di un giornalista

Alla base una gestione del VAR che è stata oggetto di forte critiche anche da parte di addetti ai lavori per alcune decisioni discutibili da parte dei direttori di gara anche in questo girone d’andata.

Il giornalista de Il Foglio Giuseppe Pastore ha però scagionato l’AIA, rilevando, tramite l’applicazione del regolamento in corso, che il goal siglato da Adrien Rabiot della Juventus contro la Roma sia stato interpretato correttamente dall’arbitro, affermando infine: “Se quello è davvero un arbitro di Serie A (cosa di cui dubito), povero chi lo incontra“.

Gli scenari che si prospettano, chi avrà ragione?

Probabilmente la questione non terminerà qua, d’ora in avanti ogni minimo errore sarà ingigantito e gli arbitri si sentiranno ancora di più sotto pressione.

Il designatore Rocchi è preoccupato per questo astio crescente nei confronti della terna arbitrale che all’estero tanto ci viene invidiata.