Juve, the day after Napoli: bianconeri poco cinici

Juve, the day after Napoli: bianconeri poco cinici
Photo by Getty Images – Jmania.it

Napoli Juve – Il day after Napoli lascia ancora più rammarico in casa Juve per le tante occasioni sprecate. Per mancato cinismo, i bianconeri perdono 2-1 al Maradona.

Il giorno dopo, il day after Napoli, fa ancora più male. Nella serata partenopea, la Juve era chiamata ad espugnare la fortezza dei campioni d’Italia in carica, il Diego Armando Maradona. I ragazzi di Massimiliano Allegri hanno messo in scena una partita ricca di grinta e caparbietà per tornare a Torino con il bottino. Tuttavia, il viaggio di ritorno è stato sinonimo di rammarico e delusione per le tante occasioni sprecate dalla formazione bianconera, uscita sconfitta per 2-1.

Nonostante la prestazione positiva, in casa Juve permane il rimpianto di non aver sfruttato i tanti potenziali episodi a favore per gonfiare la rete del Napoli. Chi spicca in negativo nella serata di ieri è senz’altro Dusan Vlahovic, autore di un gran numero di reti divorate. Dalla prima occasione verso il 10′ alla sfera alle stelle verso il 45′, passando per il palo con Meret a terra, l’attaccante serbo è mancato clamorosamente all’appuntamento con il gol. Fattore che ha concesso al Napoli di chiudere la prima frazione di gioco con la perla al volo di Khvicha Kvaratskhelia.

Juve, the day after Napoli: Allegri chiede cinismo e continuità

Juve, the day after Napoli: bianconeri poco cinici
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Alla ripresa dei giochi, la Juve di Massimiliano Allegri non cambia registro. Consapevole delle occasioni sciupate e di dover recuperare lo svantaggio, la Vecchia Signora cerca di creare pericoli nei pressi dell’area di rigore del Napoli. Lo squillo bianconero infatti arriva verso l’81’ con Federico Chiesa. Dopo un scambio con Alcaraz, il figlio d’arte entra in area di rigore dal lato destro, scaricando una rasoiata che buca le mani di Meret e si infila alla sua destra. Gol che ripaga la scelta del tecnico toscano di posizionare il suo numero 7 largo a destra, il suo ruolo naturale.

Gioia del pareggio che però dura soltanto una manciata di minuti. È l’84’ e Victor Osimhen combatte in area di rigore contro tre uomini della Juve. Con troppa foga di recuperare il pallone, Nonge, uno dei giovanissimi mandati da Massimiliano Allegri in campo, piomba sulla caviglia del nigeriano commettendo un inequivocabile di fallo e conseguente rigore per gli Azzurri. Szczesny fa il possibile, ipnotizzando proprio il numero 9 partenopeo, ma Giacomo Raspadori risulta essere il più lesto, gonfiando la rete su ribattuta.

Ancora una volta, l’ex Sassuolo colpisce la Juve, la quale però verso gli ultimi secondi di gara ha la possibilità di strappare un insperato pareggio. In una mischia piena di maglie azzurre e bianconere, Daniele Rugani ha il pallone del 2-2 nel cuore dell’area di rigore. Ma i sorrisi di Frosinone si trasformano in un corale mani nei capelli per l’ennesima occasione sprecata. Al triplice fischio c’è tanta amarezza sui volti bianconeri, consapevoli di aver messo in atto un’ottima prestazione, ma anche di aver incassato per mancato cinismo la terza sconfitta nelle ultime tre giornate di campionato.