Estorsione e violenza: arrestati 12 capi ultrà della Juventus

Da una denuncia della Juventus è scattata un’operazione che ha portato a 12 arresti e 40 indagati tra gli ultrà bianconeri

Arresti e perquisizioni nelle curve della Juventus: i capi e i principali referenti dei gruppi ultrà sono stati arrestati nell’ambito di un’indagine partita dallo stesso club di Andrea Agnelli. L’operazione è stata coordinata dalla procura di Torino e le accuse sono a vario titolo di: associazione a delinquere, estorsione aggravata, autoriciclaggio e violenza privata. Le indagini hanno portato al coinvolgimento praticamente di tutti i gruppi organizzati presenti all’Allianz Stadium, ovvero Drughi, Tradizione-Antichi valori, Viking, Nucleo 1985 e Quelli… di via Filadelfia.

Oltre ai capi ultrà sono coinvolti nell’operazione altri 40 soggetti, per i quali è scattata l’iscrizione nel registro degli indagati. Sono i referenti dei cosiddetti “Nab”, ovvero il Nucleo armato bianconero. La Polizia di prevenzione, a tal proposito, ha avviato perquisizioni in altre città del Piemonte (Alessandria, Asti, Biella), ma anche a Como, Savona, Milano, Genova, Pescara, La Spezia, L’Aquila, Firenze, Mantova, Monza e Bergamo. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, i capi ultrà avevano messo in atto una strategia ben rodata per ricattare la Juventus. Il club di Andrea Agnelli, infatti, aveva chiuso i rubinetti relativi ai privilegi concessi in tutta Italia alle tifoserie.

Ultrà Juventus: biglietti rivenduti illegalmente in tabaccherie

L’indagine è partita proprio da una denuncia del club bianconero ed è durata circa un anno e mezzo. Tramite intercettazioni e appostamenti, le forze dell’ordine hanno riscontrato “incontrovertibili elementi probatori”, protagonisti di una “precisa strategia estorsiva” nei confronti della Juventus. I leader storici dei gruppi organizzati, dopo la decisione di Agnelli di togliere loro i privilegi al termine della stagione 2017-2018, avevano reagito con violenza per riappropriarsene. E non è tutto: è emerso anche che tramite alcune tabaccherie e agenzie compiacenti, i gruppi ultrà riuscivano a recuperare centinaia di biglietti e a rivenderli illegalmente.