Caso Pogba, la Juve manda una lettera al francese: non si esclude una causa

La Juventus informa Pogba, attraverso una lettera, della sospensione dello stipendio e non solo. C’è possibilità di una causa.

La vicenda, il caso, se preferite, riguardante Paul Pogba è ormai nota a tutti. Diverse settimane fa il centrocampista della Juventus ha ricevuto i risultati di un test antidoping effettuato qualche giorno prima della sfida contro l’Udinese, al quale è risultato positivo. La sostanza a cui è risultato positivo il francese inizialmente era stata individuata nel testosterone, tuttavia successivamente è stato specificato che la sostanza dopante è il DHEA, più conosciuto come ormone della giovinezza.

Dopo aver ricevuto la notizia della positività del giocatore, il suo management ha chiesto le controanalisi, i cui risultati sono stati resi noti qualche giorno fa e che ne hanno confermato la positività al doping. Una situazione che ora porterà Pogba ad andare incontro ad un processo e successivamente ad una squalifica anche di qualche anno. Attualmente il calciatore è sospeso e non può allenarsi nelle strutture del club.

Paul Pogba, centrocampista della Juve
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Caso Pogba, cosa farà la Juventus ora?

Dopo aver ricevuto la conferma della positività di Pogba al DHEA, la Juventus ha inviato al proprio giocatore una lettera nella quale lo ha informato della sospensione dello stipendio (garantito un minimo federale di 42.477 euro lordi, circa 2 mila netti al mese). Ora la palla passa al team legale del francese che dovrà, come riporta Tuttosport, decidere insieme al calciatore entro venerdì se chiedere al procuratore antidoping di essere interrogato o se mandare le memorie difensive.

Prima di ulteriori provvedimenti, anche definitivi, il club bianconero ha deciso di attendere la conclusione dell’iter giudiziario, anche se si dovesse arrivare al Tas. Solo dopo agirà per una rescissione consensuale del contratto. Non va inoltre escluso che la Juventus possa decidere anche di fare causa al centrocampista per danni tecnici. Si è investito tanto su di lui e invece una sua leggerezza ha impedito alla squadra di usufruire delle sue prestazioni.

Nel mentre però il team di legali di Pogba sta lavorando alla tesi della contaminazione da integratore. Tuttavia questa ipotesi potrebbe trasformarsi in un autogol. I metaboliti del DHEA. la sostanza incriminata, sono molto volatili e risultano solo fino a qualche giorno dopo l’assunzione. Ciò implica he per essere risultato positivo il 20 agosto, Pogba avrebbe dovuto assumere l’integratore qualche giorno prima e questo significherebbe che lo avrebbe portato illegalmente in Italia, violando il codice penale. C’è da tenere conto anche che la quantità di DHEA rilevata dalle controanalisi è elevata e ciò rappresenterebbe un’altra importante falla nella tesi della contaminazione da integratore.