Bremer: “Juve la mia occasione d’oro, ma all’inizio che fatica!”

Gleison Bremer ha raccontato vari dettagli del suo passaggio alla Juventus. Dai dialoghi con Chiellini sino alle difficoltà riscontrate all’inizio

Il brasiliano Bremer è sempre più protagonista della Juventus di Max Allegri. E’ lui il vero baluardo della difesa bianconera, un elemento di cui l’allenatore non può più fare a meno. Fisico, istinto, personalità in campo lo hanno reso in poco tempo l’assoluto titolare della retroguardia juventina. Il cambio di sponda dai granata ai bianconeri è stato decisivo per lui e per la sua carriera. Adesso, è anche un elemento importante per la difesa del Brasile. Proprio del trasferimento alla Juventus, Bremer ne ha parlato ai microfoni di ESPN, rivelando dei dettagli cruciali.

Bremer: “Juventus club più grande d’Italia”

Dal Torino alla Juventus: “Quando è arrivata la Juventus non ci ho pensato due volte. È il club più grande d’Italia e aveva da poco vinto il campionato per nove volte di fila. Inoltre, le convocazioni per il Mondiale del 2022 si avvicinavano e avevo bisogno di fare un salto per poter sognare di esserci anche io”.

I consigli di Chiellini“Gli ho fatto qualche domanda sul club e sullo stile di gioco dell’allenatore, lui si è dimostrato subito disponibile dicendomi: ‘Puoi andare senza paura, sei già pronto!’. Dopo quella chiacchierata è stata una scelta facile. Gli ho chiesto in cosa dovevo migliorare e cosa potevo fare per migliorarmi. Siamo in contatto costante. È un ragazzo che ammiro e spero di seguire le sue orme e fare il suo stesso successo alla Juve”.

La fortuna di avere in squadra i connazionale Danilo e Alex Sandro: “Mi hanno aiutato a capire cosa fosse la Juventus. Anche grazie a loro il mio adattamento e il mio inserimento nel gruppo non è stato complicato. La scorsa stagione abbiamo persino formato un trio di difensori centrali tutto brasiliano”.

Inizio faticoso: “All’inizio è stato un po’ difficile perché giocavo ogni tre giorni, mentre a Torino giocavamo solo una volta a settimana. Fisicamente è stato complicato, il recupero era diventato troppo importante, quindi mi aiutavo con molti trattamenti e bagni di ghiaccio. A livello individuale però è stato un anno positivo, l’ho vissuto come un periodo di grande insegnamento. Quest’anno purtroppo non giocheremo la Champions, ma il lato positivo è che avremo più tempo per recuperare e concentrarci sul campionato”.