Bologna-Juventus, l’analisi tattica: Mihajlović contro Sarri

Dopo il k.o. in Coppa Italia, ecco per la Juventus la possibilità di rifarsi in campionato lunedì sera contro il Bologna al Dall’Ara

La ghiotta occasione per la Juventus di conquistare la sua quattordicesima Coppa Italia è andata a farsi benedire Urbi et Orbi. Ma Lunedì 22, alle 21:45, i Bianconeri avranno il dovere di (ri)alzarsi nel match di Serie A al Dall’Ara di Bologna. La Vecchia Signora affronterà i Felsinei dopo aver perso, appunto, la finale di Coppa Italia ai rigori contro il Napoli all’Olimpico di Roma. Madama ha offerto una prestazione nettamente insufficiente, mostrando un palleggio flemmatico, pachidermico, soporifero e senza costrutto, oltre a un numero incalcolabile di madornali errori tecnici. In aggiunta a questo, totale mancanza di voglia, determinazione, mordente e comprensibile fiacchezza atletica hanno messo il carico da cento.

Il Bologna si ritroverà costretto a rinunciare a Bani, Santander, Schouten e Olsen, con Mihajlović pronto a disegnare un 4-2-3-1 composto da: Skorupski; Tomiyasu, Danilo, Denswil, Dijks; Medel, Domínguez (Poli); Orsolini, Soriano, Sansone (Palacio); Barrow. Maurizio Sarri, orfano di Demiral, Chiellini, Alex Sandro, Khedira e probabilmente Higuaín, dovrebbe proporre un 4-3-3 formato da: Szczęsny; Cuadrado, de Ligt, Bonucci, De Sciglio (Danilo); Ramsey, Bentancur, Matuidi; Douglas Costa, Dybala, Ronaldo. Se giocasse Pjanić dal primo minuto, il trio di centrocampo sarebbe costituito da BentancurPjanićMatuidi.

Bologna-Juventus: gli spunti tattici

Il Bologna, quello targato Siniša Mihajlović, è una squadra che si affida molto all’attacco diretto (pure nelle transizioni positive) e alle sovrapposizioni esterne, attuando quasi mai un possesso palla continuativo, perché preferisce impensierire l’avversario cercando di arrivare in zona gol tramite pochi passaggi. Per quel che riguarda la fase di non possesso, i Rossoblù spesso si abbassano schierando dieci effettivi dietro la linea della palla, disponendosi con un 4-5-1 volto a fare densità nella terra di mezzo e a chiudere le linee di passaggio. Però, in certe situazioni, il Bologna esercita un pressing ultraoffensivo per complicare il più possibile l’uscita da dietro ai suoi avversari. Nelle transizioni negative, gli emiliani adottano immediatamente la riaggressione sul possessore di palla con l’obiettivo di accorciare subito per recuperare prestissimo il pallone e, di conseguenza, avviare una rapida ripartenza.

La Juve dovrà essere abile, innanzitutto, a variare le trame in base alle situazioni tattiche che si verificheranno. L’imperativo sarà quello di far circolare il pallone più velocemente, senza traccheggiare troppo, magari sfruttando anche l’ampiezza per servire gli esterni che dovranno tentare di creare la superiorità numerica. Invece, nel caso in cui l’undici del tecnico serbo decidesse di  pressare alto, le improvvise verticalizzazioni e la classica imbucata alle spalle, una volta elusa la prima linea di pressing, potrebbero rappresentare un’arma vincente per andare in rete. In fase di non possesso, massima attenzione agli inserimenti senza palla a fari spenti dei centrocampisti felsinei, sempre lesti ad alimentare le scorribande offensive. Inoltre, impedire facili giocate in verticale e gioco sulle fasce sarà di capitale importanza per i ragazzi di Sarri, poiché queste sono caratteristiche nelle corde dei Veltri. Allo stato attuale, in cui Madama è sarritica e affetta da sarrosi acuta, è utopistico immaginare di vedere al Dall’Ara una Signora bella e affascinante come Monica Bellucci, ma almeno si spera di non vederne una bruttina come la signora Coriandoli. Però, a essere realisti, oggi più che mai, in questo preciso momento, vincere è davvero l’unica cosa che conta.