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Zenit-Juventus 0-1: funziona lo “schema” De Sciglio

Il meglio e il peggio della partita di Champions League

Zenit-Juventus: il meglio e il peggio della vittoria ottenuta ieri sera alla Gazprom Arena.

SZCZESNY 6 – Sperava in una serata tranquilla. Un robusto maxi Tex con i sapienti pennelli di Massimo Rotundo e i personaggi post moderni di Manfredi; c’è addirittura la citazione dell’uomo con l’armonica di Sergio Leone, già vista e rivista in migliaia di libri, film, fumetti, eppure è scritto così bene che quasi si distrae sul tirazzo centrale di Claudinho. E la piglia all’ultimo secondo. Poi, come consigliatogli da Allegri, si rimette a leggere.

ALEX SANDRO 5.5 – Chi va piano, va sano e va lontano, lo diceva mio nonno; Bruce Banner, al secolo Hulk, amava ripetere: tu? E con quale esercito?
Ieri senza e anche con la pistola a gommini. Tant’è che De Sciglio sembrava il Cosacco di Robin Wood e Carlos Casalla, che attaccava, bruciava, razziava e crossava da entrambi i lati

BONUCCI 6 – I disegni di Frank Farzetta li ricordiamo tutti. I suoi interventi anche; peccato che ieri ci abbia privato del solito colpo di deretano che devia la palla e spiazza il portiere.

DE LIGT 6.5 – O Cesare o nulla! È un bellissimo romanzo storico di Manuel Vasquez Montalban (che diede il nome al famoso ispettore) che si svolge intorno alla famiglia Borgia, con furbi e interessanti dialoghi tra Macchiavelli e Cesare Borgia che viene visto come il principe ideale, intorno a cui costruire l’Italia. Credo di aver detto tutto. O no?

DE SCIGLIO 7 – Se abbiamo vinto è merito suo. Cosacco? Può essere. Guerrigliero? ‘Nzomma. Però adesso basta. Che bisognerà vedere le prossime due partite. E se fossimo tutti vittime di un’allucinazione collettiva? E se la terra fosse un cubo? E se fosse il figlio di Varenne? E se…

MCKENNIE 6 – Dopo essersi mimetizzato, emerge per ben due volte dalle foglioline d’erba, della prateria del mid-west. Tra il South e il North Dakota. Si rialza spaesato, come un ballerino di Rumba, si guarda intorno, chiedendosi alla Chatwin: cosa ci faccio qui? E sbaglia.

BENTANCUR 6 – Sempre in Tempesta d’amore i protagonisti cambiano con la stessa velocità con cui le persone normali si cambiano le mutande. In fase sradicamento palloni, è un asso. In fase impostazione un sasso. Come se indossasse due mutande contemporaneamente o continuasse a non capire quale lato vada indossato sul davanti e quale sul retro.

LOCATELLI 6 – Ettore ha difeso la città di Troia da solo, conscio che i suoi commilitoni fossero più scarsi di lui. Adesso, visto il livello dei suoi compagni di reparto, Ettore sa che dovrà giocarle tutte, fino alla fine dell’anno. E di nascosto, nel secretum della sua stanza, cerca di scoprire se c’è la pausa invernale per tirare il fiato. Ma c’è?

BERNARDESCHI 5.5 – Più che dalle parti dell’eroe omerico, siamo da quelle dell’eroe di Facebook: mi chiederete scusa un giorno. E come cantano i Rollling Stones: e ci prova e ci prova e ci prova, ma non ci riesce. Non ci riesce proprio.

ARTHUR 6 – Qualche mezza idea. Poi vede a bordo campo una robusta signora russa, con due pesanti buste della spesa, correre per evitare di perdere l’ultimo bus, che lo supera.

RAMSEY 4 – La partita era bella che messa in ghiacciaia e allora stavo pensando ad altro. Quando Kulu segna si intravede Ramsey che festeggia per il gol. Unico momento in cui, penso, sia stato ripreso dalla telecamera. Dev’essere un ragazzo simpatico; gli piace bere e quando beve parla troppo. E gioca a calcio solo per il terzo tempo.

CHIESA 6.5 – Quando leggeremo la sua autobiografia, tra qualche dozzina d’anni, si spera (ah Federi’, aspetta prima di scriverla, così almeno ci racconti qualcosa), capiremo quanto sia alieno e quanto androide. Ieri sembrava di essere in Io, Robot. E continuava a sbattere contro la muraglia.

KULUSEVSKI 6.5 – Record Ragnarock è uno degli Anime più brutti che siano mai stati realizzati. Cioè di per sé, non sarebbe neanche male, ma è pieno di fermi immagine e disegni statici che i motion comic sono fatti meglio. Eppure ha la dea con le tettone.

KEAN 6 – Si vede in campo, per sbaglio.

MORATA 5.5 – Due cose. L’assist e il tiro. Eppure è come Renzo Montagnani; basta lui e il film brilla di luce propria: Severino Gazzelloni, della spingardata, ma che complesso, lui suona il piffero.

ALLEGRI 6 – Una formazione senza infamia e senza lode. Un po’ come la bibliografia che si porta in panchina: storia dei cavalli da corsa, antologia di corto muso, scopri gli uccelli del mare con Sasha Grey e la raccolta a fascicoli della De Agostini, in edicola ogni settimana, costruisci la tua Juve.

TENET IN THE DARK – (Riavvolgiamo il tempo e cambiamo il passato, consapevoli di ciò che è accaduto nel futuro)

Quattro 1-0. Storto, diritto, capovolto, tanto è uguale. Due di qua e due di là. Il portiere è tornato, De Sciglio fa reparto a sé, Bernardeschi inciampa, cade ma poi tira spesso e non sembra uno che fa il servizio civile.

Solo Ramsey sembra la controparte di Lalas: pare che sia venuto in Italia a divertirsi, a uscire con le ragazze, a imparare a suonare la chitarra e l’impasto per la pizza.

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Pubblicato da
Alberto Zamboni