Viareggio Cup, la Juventus piega il Vicenza ai rigori. Ora sotto con il Club Guaranì

La Juventus Primavera di Baroni è riuscita a sbarazzarsi del Vicenza solo ai rigori prima di poter volare ai quarti di finale della 64ª Viareggio Cup. Un successo sofferto dopo che i tempi regolamentari si erano conclusi sull’ 1-1: in gol per i bianconeri Beltrame, poi protagonista anche ai rigori con il tiro decisivo dagli 11 metri, dopo che Branescu aveva parato il quarto tiro avversario. La squadra di Baroni giovedì cercherà l’accesso alle semifinali affrontando a La Spezia i paraguaiani del Club Guaranì.\r\n\r\nEcco la formazione scesa in campo dall’inizio contro il Vicenza: si torna al 4-2-3-1, con Branescu in porta, linea difensiva a quattro con Untersee, Gouano, Rubin e Liviero. Chibah e Gabriel davanti alla difesa, Spinazzola, Beltrame e De Silvestro a formare il trio alle spalle di Padovan.\r\n\r\nheight=370\r\n\r\nLE INTERVISTE POST PARTITA\r\n\r\nMarco Baroni: “Il Vicenza si è chiuso bene e ha cercato di non farci giocare. Oggi i ragazzi hanno dato il massimo e non posso rimproverare loro nulla. Abbiamo colpito pali, avuto occasioni e sfiorato tante volte il gol. Non è stato facile dover rimontare dopo l’infortunio iniziale che ci è costato lo svantaggio. Appelt? Dovrebbe essere solo una contusione, ha 24 ore per recuperare, speriamo che ce la faccia. Sono cose che capitano, comunque Bouy ha fatto bene quando è entrato”.\r\n\r\nBranescu: “Sono contento per aver passato il turno, speriamo di continuare ad andare avanti. Ogni passo ci avvicina alla fine e noi vogliamo tornare a casa con la coppa. I rigori sono una cosa strana, non bisogna pensare a nulla e provare a intuire l’angolo giusto”.\r\n\r\nBeltrame: “Sono felice di aver potuto contribuire a questo successo. Non è stato facile perché loro erano tutti dietro, ma alla fine l’abbiamo portata ai rigori e ce l’abbiamo fatta. In questi giorni ci siamo allenati molto con i tiri dal dischetto, se più avanti dovremo di nuovo costretti a tirarli saremo pronti”.

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Pubblicato da
Alberto Zamboni