Un apostrofo giallo tra le parole…

(di Giacomo Scutiero)\r\n«La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. La carità non avrà mai fine» (Paolo di Tarso)\r\n\r\nAccadde oggi. Leggeremo di una banda che massacrò un’altra banda, un anno prima il due ottobre duemiladodici. Leggeremo del mandante Conte e del killer Marchisio. Notizia d’epoca, fatto scaduto, la retrocessione a topic di forum. L’allenatore balzante, gli undici ad applaudire il dodicesimo, il presidente e il consigliere ceco che se la ridono.\r\nL’indomani del massacro c’è tutto questo e di più sul giornale, titoli caldi e colonne fitte. Tra le parole manca un apostrofo, più che rosa giallo: la maestra di religione parlava di qualcuno che vestì questo colore, l’ultima cena.\r\nJohn bacia Allegra. Non è un film, ma le telecamere sono accese e fanno un buon lavoro. Parlare di ripresa fortunata è fare torto ad Angelo Carosi: il regista Sky apparecchia puntuale, il cronista invece salta il pasto.\r\nPrima di archiviare un banale saluto tra parenti c’è da leggere, per diffidenti e cristiani.\r\nNon si somigliano John e Allegra. Il figlio grande di Margherita, figlia dell’Avvocato, la vedova di Umberto e mamma di Andrea Agnelli. John nasce nipote imparato, Allegra tira su il maschio dal cognome altissimo.\r\nLa mamma vuole “agnellizzare”, la famiglia del papà “elkanizzare”. Tra i litiganti godono quattro nomi: John in onore di Gianni, Philip per il bisnonno paterno, Jacob per la religione ebraica e Maria. Lo definiscono alto, fragile; tutt’altro, sorprende per coraggio e iniziativa. Non raro ma unico il suo caso, tra cariche, azioni e denaro. Un potere immenso a soli trentacinque anni, pesante quanto l’eredità dell’Avvocato. Senza Gianni e Umberto muore anche il loro controllo territoriale. John realizza, quando rischia di non rivedere più il fratello Lapo per un capriccio alla coca; il quotidiano di famiglia pubblica per primo e senza censura.\r\nL’ultima firma che Gianni concede allo storico scudiero Gabetti è il testamento: conferisce ogni avere alla moglie Marella e ai figli Margherita ed Edoardo. Un rapporto complicato col maschio, punito con l’emarginazione dagli affari familiari per il suo ascoltare poco e agire troppo. Gianni perdona nero su bianco, ma Edoardo ignora la misericordia paterna che avrebbe potuto distoglierlo dal suicidio. Di fatto il successore è una femmina, l’Avvocato però si era espresso: “Il mio erede sarà John”. Margherita non tollera un Elkann al vertice, ma accetta l’effetto de “le donne non devono comandare”.\r\nLa combinazione della cassaforte resta di Gabetti. Margherita non dubita delle volontà di Gianni, anzi, ma guai a controllare le carte che l’Avvocato firmava senza leggere. E guai furono. Viene fuori gran parte del tesoro del padre, nascosto all’estero e a lei; Margherita denuncia una tale gestione, così si mette contro l’intera famiglia.\r\nJohn fa amicizia col potere, segue Gabetti e semina Margherita. Quando muore zio Umberto non avvisa la mamma; con stile da Dottore è Allegra a riferire, e ricucire qualche punto. Margherita parte, ma poi non partecipa ai funerali. La pagherà.\r\nSono i giorni del matrimonio di John, noto a tutti fuorché alla mamma. Ancora in disparte, Margherita apprende guarda caso da Marella: seccatissima, medita vendetta di non accompagnare il figlio all’altare. Convinta dalle figlie lo farà, ma viene accolta come l’imbucata a una festa.\r\nDi figlio in figlio: “Mamma, fino a che non fai la pace con John non posso parlare con te, non voglio parlare con te”. Lapo messo contro la madre dal fratello, anzi da chi dice a John che Margherita non lo vuole al comando. Il rapporto tra madre e figli muore lì.\r\nLa faccenda non è per Caracciolo, Allegra è un moderatore silenzioso: distante ma non distaccata, osserva e capisce. Voce bassa e discrezione anche quando muore il marito, lo zio del potere: sa perché John non chiama Margherita, non lo sapesse non lo chiederebbe. Allegra solo di nome, dalla parte di chi voleva “agnellizzare”. Senza rancore né adulazione, ritornare a casa bussando alla guancia. Baciare è come stringere la mano, significa tutto oppure niente.\r\nAlla ricerca dell’eredità astratta, la dignità perduta. La sensazione di essere mercenario in casa propria, senza tradire alcun disagio; qualche sussurro di conciliazione, il cugino come gioco di luce per il popolo allodola. La morale al massimo pareggia, il testamento vince sempre. Avanti all’infinito, finché Marella lascia a Margherita e siamo da capo. I panni sporchi sono lavati sui giornali, qualunque gesto estremo vale la candela del potere. Il cuore dell’Avvocato non può dolere, anche se l’occhio di Allegra vede.\r\n\r\nheight=370

Condividi
Pubblicato da
Alberto Zamboni