Calciomercato Juventus

Tuttomercato: per Rugani e Higuain il Chelsea offre Morata, ma alla Juve non serve

Ancora nulla di fatto tra Chelsea e Juventus che continueranno a trattare ad oltranza nelle prossime 48 ore. Ieri i londinese pare abbiano fatto passi avanti per Mattia Caldara, difensore centrale che però i bianconeri sembrano voler dare al Milan per sbloccare il ritorno di Leonardo Bonucci. Marina Granovskaia ha però ribadito la sua posizione agli emissari della Vecchia Signorta: Abramovic non ha alcuna intenzione di spendere 55 milioni per Daniele Rugani e 60 per Gonzalo Higuain. Insomma, Marotta e Paratici devon abbassare i prezzi oppure si trovano in un cul-de-sac e visto che fin qui sono stati investiti qualcosa come 230 milioni di euro, bisogna incassare per forza, magari sacrificando altri elementi.

Per provare a sbloccare la situazione, il Chelsea avrebbe messo sul piatto il cartellino di Alvaro Morata, ma la proposta ha trovato un risposta molto fredda da parte della Juve. Nonostante nei mesi scorsi ci siano stati contatti tra il ds Fabio Paratici e il centravanti spagnolo, tutto è cambiato con l’acquisto di Cristiano Ronaldo. Il club bianconero è così costretto a dire no a Morata per due motivi: uno tecnico tattico e l’altro finanziario. Attualmente, infatti, Allegri si ritrova in rosa ben 8 attaccanti, due quali dovranno per forza partire (oltre ad Higuain bisogna trovare una sistemazione a Pjaca).

Morata: perché no

Il ritorno di Morata, sostanzialmente, imporrebbe il sacrificio di uno degli altri attaccanti in rosa e visto il costo del suo cartellino e lo stipendio, lo spagnolo avrebbe in pratica lo stesso peso di Higuain nel bilancio. Conseguenza? Non servirebbe a nulal cedere, ad esempio, uno tra Mandzukic o Cuadrado, bensì la Juventus dovrebbe a quel punto sacrificare uno tra Dybala o Douglas Costa, ipotesi che al momento non viene presa minimamente in considerazione. Insomma, il Chelsea ci ha provato, ma il ritorno di Alvaro a Torino è ormai diventato impossibile.

Condividi
Pubblicato da
Alberto Zamboni