Juventus News

TuttoJuve: crescono gli investimenti dei fondi, la Signora ispira fiducia

Tuttojuve, importanti novità dal mondo finanziario: crescono gli investimenti dei fondi nel club bianconero, che va forte anche con i nuovi “pir”. Dalla rinascita all’Olimpo del calcio mondiale, non solo a livello sportivo, la Juventus targata Andrea Agnelli e Beppe Marotta continua la scalata verso la vetta del mondo. La Vecchia Signora, come sottolinea oggi ‘Tuttosport’ rappresenta una possibilità di risparmio, tanto che sono in crescita i fondi di investimento, i fondi pensione e gli investitori istituzionali nell’azionariato di Madama.

Il titolo della Juve in borsa continua ad avere – analizzando l’ultimo quinquennio – un andamento altalentante, ma sono in tanti a scommettere sul business calcistico dei torinesi, tanto che la Signora risulta essere, assieme a Borussia Dortmund e Manchester United, uno dei club più popolari tra i money manager internazionali. Il motivo è molto semplice, la Juve dà garanzie di solidità e sicurezza. Un trend confermato in sei anni di vittorie sul campo e risultati positivi a livello di bilanci.

Tuttojuve: nuovi sponsor e pir

Ogni mese sono sempre di più i brand che decidono di legarsi con contratti di sponsorizzazione al marchio Juve e da inizio anno i bianconeri vanno forte anche sul listino delle società a media e piccola capitalizzazione di Piazza Affari. Si tratta di quella che gli addetti ai lavori definiscono “febbre dei pir”, ossia i n i nuovi piani individuali di risparmio: nel primo semestre di quest’anno i pir hanno raccolto oltre 5 miliardi di euro e si stima che la cifra entro fine anno potrebbe salire a 10 miliardi. Insomma, con queste premesse e viste le difficoltà della concorrenza alle prese con situazioni finanziarie tutt’altro che rosee, i tifosi della Juventus possono guardare al futuro con grande ottimismo. Nessun altro club italiano può vantare le risorse della Vecchia Signora, che a livello europeo si avvicina per fatturato alle top assolute.

Condividi
Pubblicato da
Alberto Zamboni