Editoriali

Se il problema si chiama Cristiano Ronaldo…

Uno come CR7 non può mai essere un problema, semmai è la soluzione

Siamo a metà luglio, e come ogni anno di questi tempi il mercato della Juventus va a rilento. Fateci caso, ogni volta è così, sembra di assistere a un parto complicato, che poi nove volte su dieci non porta nemmeno una soluzione ai problemi che la squadra si porta dietro ormai da anni: un terzino sinistro sveglio, un mediano davanti alla difesa, un centrocampista di classe e dinamismo, una punta di peso ma dai piedi buoni. Non mi sembra che sia complicato. Eppure, ogni volta “moriremo tutti, abbiamo le pezze al culo, non ci sono mai soldi”. È sempre così. E poi ci fossilizziamo su un solo obiettivo, magari in un ruolo dove non serve e nemmeno troppo complicato, e tiriamo avanti solo con quello con trattative estenuanti manco stessimo cercando di acquistare Pelé.

Poi, alla fine, concluso l’affare, scopri magari che quello vero l’hanno fatto gli altri perché ti hanno fatto pagare comunque la cifra che volevano loro e venduto un giocatore normale. Intanto il resto rimane fermo: a centrocampo, il reparto nevralgico, quello che fa funzionare anche la difesa e l’attacco, non arrivano campioni. In avanti nessuna punta vera, tanto poi ci sarà l’occasione dell’ultima ora, un Petagna qualsiasi con cui vinci la Champions… alla PlayStation. E nel frattempo c’è pure il tifoso che sogna l’addio di CR7 e lo definisce pure un peso! Roba da chiedersi se questa gente c’è o ci fa, e se ha scambiato il gioco del calcio, quello vero, per un videogioco. Una cosa inaudita, assurda, così illogica che anche quando senti o leggi un commento simile paradossalmente non ti viene nemmeno voglia di rispondere.

A volte è meglio tacere e sembrare stupidi…

Perché cosa vuoi dire a uno che probabilmente scambierebbe la Gioconda con una stampa dozzinale “perché tanto ha una cornice pure quella e sta appesa pure lei al muro”? O una Ferrari con un carretto “che tanto hanno entrambe quattro ruote e a me fa comodo uguale che risparmio in benzina e mi compro pure un asinello da traino”? Solo alla Juventus il più forte giocatore al mondo, autore di 101 gol in 133 partite può essere considerato, da qualcuno, un peso e non un’enorme risorsa. Uno da sostituire col primo che passa, perché nonostante tutto, siccome non è Dio e non sa ancora fare i miracoli, non ci ha fatto vincere la Champions da solo.

Inoltre leggenda metropolitana vuole che senza il suo stipendio, la Juve smiliarderà a destra e a sinistra, poiché fino a ora è stato quel cattivone avido di CR7 a limitare la crescita della squadra. Lui e non invece gli errori sul mercato del duo Marotta-Paratici negli ultimi anni, l’ansia da plusvalenze con le conseguenti cessioni di calciatori importanti, e i mancati investimenti mirati e intelligenti. O gli acquisti improponibili a cui sono stati dati stipendi assurdi. Ingaggi capestro che, loro sì, pesano sul mercato e te lo bloccano, avendo un impatto importante sui conti dell’azienda.

Il peso degli stipendi (e dei bonus) di Ramsey, Rabiot e Bernardeschi

Perché a pesare davvero su alcune mosse di mercato della Juventus sono gli stipendi di Ramsey (7 milioni di euro netti a stagione più 3 di bonus ogni anno: totale 10!), di Rabiot (7 milioni di euro più 2 di bonus, totale 9), di Bernardeschi (4 milioni di euro + 500 mila di bonus) o De Sciglio (3 milioni di euro). E i bonus versati anche ai procuratori di quei calciatori che nemmeno hanno giocato la scorsa stagione con noi, come Romero (400 mila euro) e Pellegrini (500 mila). Fate due conti, e vedrete che tutti insieme superano lo stipendio di Ronaldo, non rendendo però tutti insieme, ciascuno nel loro ruolo, un’unghia di quanto fa il portoghese. A queste condizioni, ovvio che poi fai fatica ad abbassare il monte ingaggi e a cedere giocatori: Ramsey, per esempio, per andare via probabilmente vuole una buonuscita, almeno l’equivalente dei bonus degli anni di contratto che ha con la società bianconera. Fai prima a darlo gratis a questo punto se ci rinuncia. Ecco, evita di pagare certi stipendi a giocatori discreti e nulla più, liberati dei loro ingaggi, ed ecco che un posto per Wout Weghorst (28 anni, Wolfsburg), un guerriero di 1,97 che abbina fisico e grinta a un buon fiuto del gol e a una buona tecnica lo trovi.

Il mondo oltre Udine, Sassuolo e Firenze

Pochi ingressi mirati e uscite chirurgiche. Bastano alcuni interventi importanti ma sensati per dare compiutezza a questa squadra, ci servono giocatori di carattere, ci servono leader. Ma fino a quando si agirà lentamente, guardando solo nel cortile di casa, lasciando che giovani validi quanto e più di Locatelli come Boubakary Soumaré e Eduardo Camavinga vadano al Leicester per 20 milioni di euro e, probabilmente, allo United per 30 milioni di euro, le chiacchiere staranno a zero e la Juventus non riuscirà mai a evolversi come da anni la proprietà sostiene di voler fare. E come vedete non è questione di soldi (anche all’estero si paga a rate e se hai 40 milioni da spendere per l’italiano, allora ce li hai anche per i due francesi), ma di idee, programmazione e conoscenza del mercato internazionale.

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Pubblicato da
Alberto Zamboni