Sarri e la panchina d’oro “nervosa”: il tecnico Juve riuscirà a gestirla?

Sarri orientato a schierare la Juve di Allegri anche contro il Napoli, come accetterà la decisione la panchina già nervosa al Tardini?

Quella messa in mostra dalla Juventus a Parma è stata una rosa stratosferica, con una panchina letteralmente d’oro. Dal primo minuto non ha giocato nessuno dei nuovi acquisti e seduti di fianco al vice di Sarri c’erano elementi del calibro di Buffon, Mandzukic (6 milioni di stipendio annui), Dybala (9), Rabiot (10), de Ligt (12), Emre Can (6), e ancora Danilo, Cuadrado, Bernardeschi… Una rosa lunghissima quella della Juve, che Fabio Paratici sta facendo fatica a sfoltire (a Torino erano rimasti Rugani e Ramsey).

Inevitabilmente avere una rosa di questo livello rappresenta un vantaggio per un allenatore, ma Sarri vuole evitare che la cosa gli torni indietro come un boomerang. Anche perché dovunque sia andato non ha mai fatto molte rotazioni. Contro il Parma l’ex tecnico di Napoli e Chelsea si è affidato alla vecchia guardia e sembra che lo stesso farà sabato prossimo contro i partenopei all’Allianz Stadium. In questa prima fase di campionato, dunque, vuole rimanere molto “allegriano”, mentre i nuovi acquisti dovrebbero essere inseriti alla spicciolata dopo la sosta per le nazionali.

Gli sfoghi di de Ligt e Dybala

De Ligt, il secondo stipendio più alto della rosa dopo quello di Ronaldo, si è sfogato ad un giornale olandese ammettendo che dagli allenamenti non aveva capito che sarebbe stato escluso a Parma (la sua foto in solitudine con il telefonino in mano nello spogliatoio del Tardini è diventata rapidamente virale). Rabiot, dato per titolare al posto di Matuidi, è subentrato nella seconda parte della ripresa. Mandzukic e soprattutto Dybala sono rimasti nervosamente in panchina. Il numero 10 è stato fatto anche scaldare, ma poi Martusciello ha fatto entrare altri e testimoni oculari dicono che la Joya si sia sfogata lanciando via la pettorina.

La Juve è una grande squadra, ha una società di primissimo livello e saprà sicuramente cosa fare, ma il rischio è che l’impasse sul mercato si ripercuota sulla gestione tecnica di Sarri. Giocatori già scontenti dopo la prima giornata non sono una normalità, ragion per cui Andrea Agnelli dovrà prendere in mano la situazione in prima persona per evitare incidenti di percorso assai deleteri.