Real Madrid-Juventus: più che un’impresa servirà un intervento dall’alto

Dopo il massacrante 0-3 inflitto dal Real Madrid, le speranze di un’eroica remuntada sono ridotte al lumicino. Ma il calcio non è una scienza esatta, motivo per cui la Juventus avrà l’obbligo morale di provarci

Lo spirito di rassegnazione, nella vita, come nello sport, non è mai salutare. L’arrendevolezza non è assolutamente connaturata al DNA della Juventus. Certo, dopo tre cazzotti in pieno volto incassati all’”Allianz Stadium”,lo scoramento è più che comprensibile, però è anche vero che la speranza è sempre l’ultima a morire. La Juve, nella gara d’andata, per oltre un’ora di gioco, non ha per nulla sfigurato, sfoderando una prestazione decisamente all’altezza dei Galácticos. Poi, la prodezza giottesca dell’”extraterrestre”Cristiano Ronaldo e l’espulsione di Dybala, hanno indirizzato il match a senso unico, nettamente in favore del Real Madrid. Blancos che, per il return match al “Santiago Bernabeu”, dovranno fare i conti con due assenze pesantissime in difesa: Sergio Ramos per squalifica e Nacho infortunato.

Dunque, Zinedine Zidane potrebbe optare per un 4-3-1-2 così schierato: Navas; Carvajal, Vallejo, Varane, Marcelo; Modric,Casemiro, Kroos; Isco; Benzema, Cristiano Ronaldo. Max Allegri sarà costretto a rinunciare a Barzagli, Bentancur e Bernardeschi, ma la Vecchia Signora sarà soprattutto depauperata dalla mancanza di Paulo Dybala, a causa del rosso rimediato a Torino. Pertanto, si ipotizza un 4-3-3 formato da: Buffon; De Sciglio, Benatia, Chiellini, Alex Sandro; Khedira, Pjanic, Matuidi; Douglas Costa, Higuain, Mandzukic. Occhio a un eventuale impiego di Cuadrado dal primo minuto, che giocherebbe a destra con D. Costa sul lato opposto.

Real Madrid-Juventus: la disamina tattica

L’approccio mentale e tecnico-tattico sarà di fondamentale importanza per gli uomini di Massimiliano Allegri. Il Real Madrid, con ogni probabilità, non snaturerà la sua filosofia di gioco, incardinata su un calcio arioso, votato all’attacco. Gli spagnoli pare possano scendere in campo con il 4-3-1-2, consueto scacchiere tattico, che, in corso di match, potrebbe modificarsi in un 4-4-2 con Isco largo a sinistra. Madama, specificamente in fase di possesso, dovrà far circolare la palla a velocità sostenuta, magari, all’uopo, anche forzando la giocata, visto e considerato che bisognerà recuperare uno svantaggio assai ampio. Pjanic, in modo particolare, avrà il compito di smistare il pallone maggiormente in verticale, rinunciando al classico giro palla orizzontale, oltre a provare ad innescare la rapidità supersonica del funambolo carioca Douglas Costa, esterno alto che sarà indispensabile per creare la superiorità numerica.

In fase di non possesso, invece, Buffon e compagni dovranno assolutamente evitare di abbassare troppo il baricentro, tentando di soffocare la costruzione avversaria dalla metà campo, mediante un pressing intenso, ma non scriteriato, sui due playmaker Modric e Kroos, sublimi architetti della mediana madrilena. Se una feroce pressione partisse  dalla prima linea, sarebbe una mossa azzardata, poiché il Real Madrid dispone di calciatori dotati dal punto di vista tecnico anche in difesa, capaci, quindi, di eludere il pressing con due tocchi e vanificare, di fatto, il tentativo di riconquista palla che inizierebbe dal tridente d’attacco. Ma al “Bernabeu”, prima di tutto, servirà garra, altissima intensità agonistica, fame, rabbia e spirito d’abnegazione. Per onestà intellettuale e pragmatismo, è doveroso ammettere che le possibilità della Juve di accedere alla Semifinale di Champions sono molto scarse. Ci vorrebbe un intervento dall’alto, un autentico miracolo calcistico. Ma questo sport, talvolta, riserva sorprese davvero incredibili.