Penta: “Le telefonate dell’Inter furono segnalate dai carabinieri come gravi, ma non arrivarono ai PM”

Anche per i Carabinieri le telefonate di Facchetti e di Moratti erano rilevanti almeno quanto quelle di Luciano Moggi e che sono state segnalate. Fosse stato per chi era all’ascolto dei cellulari intercettati, l’inchiesta di Calciopoli avrebbe avuto uno sviluppo diverso. Poi però alcune telefonate, rilevanti o rilevantissime, sono sparite, altre no. Il lavoro di indagine è partito dai marescialli dei Carabinieri della Caserma di via Inselci a Roma: “Lì molte intercettazioni sono state registrate. Prima irregolarità, perché secondo la legge le intercettazioni vanno fatte solo in Procura e non in una caserma dei Carabinieri. Ed è lì che i marescialli dell’Arma erano all’ascolto. In questi casi, durante l’indagine, si ascoltano gli intercettati principali “in diretta”, mentre gli altri (nel caso di Calciopoli gli intercettati erano 10) si registrano e si ascol­tano poi. Sia nell’uno che nell’altro caso, il maresciallo al termine della telefonate deve redigere un brogliaccio, ovvero un breve riassunto della stessa, e poi deve classificare la telefonata secondo un grado di “rilevanza”. Il metodo è semplice e intuitivo. Si usa una specie di semaforo: la telefonata non rilevante non è contrassegnata in alcun modo, quella poco rilevante con un baffo verde, quella rilevante con due baffi gialli e quella rilevantissi­ma con tre baffi rossi”, ha spiegato Nicola Penta, collaboratore dello staff difensivo dell’ex direttore generale bianconero.

“La cosa incredibile – prosegue Penta – è che le telefonate che abbiamo dovuto ripescare noi della difesa di Moggi, con costi e lavoro notevoli, erano state già “pescate” dai Carabinieri. Insomma, non siamo noi che per difendere Moggi ci siamo inventati la rilevanza di quel­le chiamate come qualcuno può sostenere. La Juventus è stata condannata anche per quello che nella sentenza di Sandulli è definito il vincolo di esclusività dei rapporti fra Moggi e i desi­gnatori. Se fossero emerse anche le altre telefonate dalle informative, addio vincolo di esclusività e addio associazione a delinquere…”.

Insomma, una gran brutta vicenda nella quale gli imputati vogliono vederci chiaro, anche perché non è vero quanto sostenuto fin qui che “le telefonate di Facchetti non erano rilevanti”. Sono i carabinieri stessi a dire che sono “gravi”… “E’ curioso come Palazzi abbia tarato il suo giudizio, nelle famose 72 pagine con cui ha archiviato per prescrizione tutti gli illeciti emersi con le nuove telefonate, allo stesso modo dei Carabinieri. Un esempio: le telefonate di Zamparini e Zanzi, per i Carabinieri, non sono rilevanti e anche per Palazzi non vi è traccia di comportamento al di fuori dei regolamenti. Viceversa, il procuratore federale è molto duro con alcune chiamate di Facchetti, per le quali prevede anche l’articolo 6 (illecito sportivo), guarda caso le stesse che i Carabinieri segnalano con il triplo baffo rosso”, spiega ancora Penta. Ma chi ha fatto sparire le telefonate allora? “Bisogna spiegare come funzionano le indagini in questi casi. I marescialli che ascoltano le telefonate, le devono, come già detto, brogliacciare e classificare secondo la loro rilevanza ai fini dell’indagine che – ricordiamolo – nell’ordinamento italiano non deve trascurare nulla che possa dimostrare l’innocenza dell’indagato. A quel punto la palla passa al loro superiore (nell’indagine di Calciopoli, l’allora Maggiore ora Tenente Colonnello Auricchio) che deve poi redigere le informative”, continua Penta. E’ in quel passaggio che alcune centinaia di telefonate, tutte segnalate dai Carabinieri, si perdono…  “Beatrice lo ha ammesso pubblicamente, ma penso che neppure Narducci sapesse qualcosa – conclude il legale di Moggi – , altrimenti non avrebbe pronunciato quella famosa frase: piaccia o non piaccia non esistono telefonate di Moratti… che ora suona assai stridente con la realtà”. La ricerca della verità non si fermerà a Napoli. Ci penserà un altro processo a stabilire se e chi ha barato in questa brutta vicenda.

Credits: ‘Tuttosport’

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Pubblicato da
Alberto Zamboni