Nedved “Conte un fuoriclasse della panchina, mi rivedo in Vidal”

Pavel Nedved, ex Pallone d’Oro e attualmente consigliere d’amministrazione della Juventus, ha rilasciato una lunga intervista al ‘Il Messaggero’, nel corso della quale spiega come si sente nella sua nuova veste di dirigente, dopo essere stato per tanti anni una bandiera della Juventus: “Mi devo ancora abituare. Non lavori più fisicamente ma con la testa. Alla corsetta però non ci rinuncerò mai”, rivela la ‘Furia Ceka’ a cui non poteva non essere fatta la domanda sul suo ritiro dal calcio giocato e su quello rimandato da parte di Del Piero: “Io non me la sentivo più. Non credevo che quella Juve potesse vincere con me e che io potessi dare ancora qualcosa d’importante. Allora mi sono fermato. Alessandro saprà cosa fare. Se si diverte e se ha motivazioni, continuerà”. Ancora alla Juve? “Bisogna chiedere a lui. Tecnicamente non si discute. E’ un fenomeno. Nel calcio moderno si deve correre tanto. Si va ad alta velocità. Quest’anno non ha trovato tanto spazio, ma è stato importante per la squadra”.\r\n\r\nPoi, Nedved, svela perché accettato l’invito di Andrea Agnelli ad entrare in società: “E’ un amico e non volevo lasciarlo da solo. E’ giovane. Fare calcio non è facile. Soprattutto in Italia. Ci sono troppe pressioni. Abbiamo un bellissimo rapporto. Parliamo di mogli, famiglia, calcio. Ci lega la mitica partitella del giovedì sera”. \r\nMolti quest’estate hanno evidenziato la sua assenza allo Juventus Stadium per l’inaugurazione della nuova casa bianconera: “Ci sono state delle piccole incomprensioni. Che succedono. Uno ha voglia di migliorare e di aiutare diversamente. Ci siamo capiti, abbiamo chiarito tutto. Si cresce anche in questo”. Eppure, quando era alla Lazio Nedved non volle in un primo tempo passare alla Juve: “Sì, rifiutai. Lo sanno Moggi e il mio procuratore Raiola. Poi capii la situazione e andai volentieri. Così ho potuto confrontarmi con i migliori”.\r\n\r\n\r\nSi passa ad analizzare la stagione in corso, e Nedved non poteva non evidenziare i meriti di Conte: “Che fosse bravo lo sapevo. Così tanto non me lo sarei mai immaginato. Siamo contenti di questa scelta. Ha fatto passi da gigante. E’ un fuoriclasse”. E il Milan non ha preso bene il fatto che questa Juve sia già competitiva… “Perché? Pensavano che avremmo mollato? La Juve è tornata la Juve. Calciopoli? Io l’ho vissuta sul campo. Gli arbitri sono sotto pressione e forse troppo giovani, perché non li mandano in pensione più tardi? L’esperienza fa la differenza”. Le polemiche con Galliani e Allegri? Fanno parte del gioco. Ho sempre consigliato ai miei giocatori di guardare un bel film. Solo i dirigenti possono fare queste battaglie. E’ importante che il calcio si decida sul campo”. Chi è il Nedved di questa Juve? “Vidal, un giocatore di livello mondiale. E’ un guerriero come Conte. Ha visione di gioco, corre, lotta”. Infine su Raiola e la pace del manager con la Juventus: “Sono contento. Mino è molto capace. Ha giocatori bravi che potrebbero servirci”, conclude Nedved.\r\n

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Pubblicato da
Alberto Zamboni