Moratti sulle intercettazioni riguardanti l’Inter: “è tutto ridicolo”

«E’ incredibile. Di più, è ridicolo». Massimo Moratti non alza il tono di voce. Anzi, accenna un sorriso, che non basta però a mascherare l’amarezza per il riemergere di un argomento – Calciopoli – che in casa Inter viene considerato una storia da non dimenticare, certo, ma da lasciar giacere negli archivi del calcio.\r\nIl presidente nerazzurro vorrebbe poter assaporare le note liete recapitate dal mercoledì di Coppa. Perché se è vero che in campionato la squadra ha dilapidato un vantaggio cospicuo e ora sente incombere l’insidia della Roma, è altrettanto certo che la sfida casalinga con il Cska di Mosca abbia messo i nerazzurri in vantaggio nella corsa alla semifinale di Champions. E prima che in serata giungessero minacce di nuove complicazioni, anche sul fronte Balotelli era tornato il sereno. Nel chiarimento tra il giovane talento e Mourinho di ieri mattina, Massimo Moratti aveva sicuramente giocato un ruolo importante, nonostante il basso profilo esibito dal numero uno interista: «Io mediatore? Tutti abbiamo lavorato per risolvere la questione, l’importante è che ora giochi…».\r\nEcco invece rimbalzare le notizie dal processo napoletano su Calciopoli, gli annunci dell’avvocato Prioreschi, difensore di Luciano Moggi, su tante telefonate all’ex designatore arbitrale Paolo Bergamo non trascritte dagli investigatori. Fra le quali ci sarebbero anche colloqui con Massimo Moratti e lo scomparso Giacinto Facchetti. «Che tristezza», commenta il presidente nerazzurro in un intervista pubblicata stamani su La Stampa, «forse non si rendono conto di quello che è successo veramente». Al patron nerazzurro non interessa sottolineare che si parli di un pugno di telefonate in un mare di 171 mila intercettazioni. E neppure che a chiamare – a quanto sembra – fosse l’allora designatore. No, la sua è un’obiezione di fondo. «Guardi – si sfoga – è davvero roba da matti, una cosa incredibile, glielo dico sinceramente. Il punto che va chiarito è uno soltanto: so come ci siamo sempre comportati noi dell’Inter e ho letto come invece si comportavano gli altri. E’ tutto lì. La differenza è evidente, è emersa negli anni scorsi e non c’è altro da aggiungere».\r\nNessun timore, quindi, di quello che potrebbe emergere dalle nuove trascrizioni che potrebbero essere portate in aula in una delle prossime udienze del processo a Napoli? «Ma che vadano pure a sbobinare tutto quello che vogliono, non c’è alcun problema. Davvero qui arriviamo a situazione ridicole. C’è il tentativo di ribaltare la verità emersa e questo non è giusto». Il registro non cambia se si legge al presidente quanto ha scritto ieri Libero: il giornale cita una telefonata del 10 gennaio 2005 in cui Bergamo chiede a Moratti chi preferirebbe avere tra Palanca e Gabriele come arbitro della sfida Inter-Bologna di Coppa Italia (poi finita 3-1) e si sente rispondere che non esistono preferenze. «Neppure mi ricordavo di questa conversazione», commenta il patron dell’Inter, «ma se è come dice, mi sembra di aver dato la risposta più giusta». Quindi l’affondo per spazzare dubbi sui suoi rapporti con i designatori: «Ho sempre avuto rispetto e non mi sono mai permesso di fare qualche cosa di irregolare, qualche passo oltre il consentito. Non scherziamo. Mi creda, possono dire e fare ciò che vogliono, ma sono assolutamente tranquillo. So qual è stato il mio comportamento e quindi che non c’è alcunché da temere».Bella la frase “forse non si rendono conto di cosa sia successo veramente, signor Moratti. Peccato che gli juventini sono proprio gli unici che se ne sono resi conto alla perfezione: una squadra che era destinata a vincere tutto per ancora tanti anni smantellata, con i pezzi migliori ceduti a prezzo di saldo (tipo Ibrahimovic a 24 milioni di euro: ne sa nulla Lei?), una società che ha conosciuto l’onta della retrocessione in B, un tracollo finanziario drammatico, un immagine ed uno stile conosciuto ed apprezzato in tutto il Mondo macchiati per sempre.\r\nEd in base a cosa, signor Moratti? Alle intercettazioni trascritte dal ridicolo colonnello Auricchio? Ha mica seguito il suo interrogatorio? Si faccia una cultura e rida assieme a noi. O meglio, rida solo Lei, come sta accadendo da quattro anni a questa parte: a noi sono terminate anche le lacrime.\r\n\r\n \r\n\r\nFracassi Enrico – Juvemania.it

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Pubblicato da
Alberto Zamboni