Moggi: “Oriali e Baldini complici nel taroccare i passaporti”

I nodi del Milan sono venuti al pettine. Li avevo espressi in tempi non sospetti, li avevo edulcorati facendo gli elogi a Leonardo per il lavoro svolto, ma la prima impressione era ed è quella giusta. Leo ha fatto un miracolo, tenendo il Milan incollato all’illusione scudetto oltre le proprie possibilità; e ci crede ancora sperando domani sera nella Roma. Ma le premesse sono sfavorevoli: infortuni (mane hanno tutti), gioco che stenta, gol che vengono a fatica. Se bisogna aggrapparsi ancora ad Inzaghi, con tutto il rispetto per un giocatore immenso qual è, mi pare che questo fotografi tutto. Ronaldinho è un caso a sé, un paio di assist contro il Napoli gli erano bastati per ondate di voti alti, a me sembrava il minimo che il brasiliano potesse fare. A Parma, marcato a vista, si è sciolto. Onori alla Roma e a Ranieri, la lunga marcia senza sconfitte è una cavalcata delle Valchirie che arriva, nel momento giusto. A Mourinho potrebbe bastare un pari, alla Roma lascerebbe l’ama ro in bocca. L’Inter arriva con un 3-0 netto al Livorno, forse più merito dell’esplosione di Eto’o che di una superiorità manifesta, ma è per questo che i nerazzurri sono più forti (o meno deboli) degli altri: c’è sempre il giorno di una performance a turno di uno dei suoi assi. Tutti meno Balotelli. Mou s’è imposto, e al momento ha ragione. Ma resto del parere che ci sia stata qualche pecca ella gestione, e lo dico pur convinto che le regole valgano per tutti. L’Inter ha ora l’occasione di avviare un di- scorso con Raiola, agente del giocatore e uno dei più capaci sulla piazza: lo stia a sentire ed eviterà il rischio di perdere un capitale  importante.\r\n\r\nOriali e Baldini \r\nStavolta Oriali non ha glissato ma ha rivelato il nome di chi l’aveva messo nei guai (nella cacca, per stare alle sue parole). Un passo indietro. Il 20 luglio 2009 il dirigente dell’Inter, in un’intervista al Corriere della Sera, affronta anche la vicenda del passaporto taroccato di Recoba. «Non amo parlarne», ma poi aggiunge, «io ho pagato ed è giusto che sia stato così. La verità è che ci siamo fidati di una terza persona che aveva garantito l’autenticità del documento». Glissa sul nome, e a questo punto l’inter vistatore (Daniele Dallera) fa il nome “Franco Baldini”. Arriviamo all’oggi. Oriali è intervistato da La Stampa. In che misura – gli chiede Roberto Beccantini – la condanna a sei mesi di reclusione e il relativo patteggiamento per “passaportopoli” e il dossier Recoba l’hanno segnata? «È una grave macchia, lo so – risponde Oriali – ma ha presente il signore che compare sempre al fianco di Fabio Capello in Inghilterra? Sì, Franco Baldini. Ecco, devo tutto a lui. Mi disse che c’era questa possibilità, eccetera eccetera, e che le carte erano in regola. Salvo poi lasciarmi nella cacca». Dedico questa verità finalmente rivelata a chi ancora crede che Baldini sia un cavaliere senza macchia, un campione di onestà, e ricordo che per quella vicenda fu squalificato nove mesi dalla Disciplinare della Lega Calcio. Per il resto, chi vorrà potrà seguire le udienze del processo Calciopoli in corso di svolgimento a Napoli.\r\n\r\nSulle intercettazioni \r\nRitengo di essere stato uno degli italiani più intercettato e colpito: ma non affondato, anzi. Pochi “noti”, al tempo, mi erano venuti in soccorso. Sentite adesso il Presidente Berlusconi: «Esiste al mondo un altro Paese, che non siano gli stati di polizia o le dittature, in cui un cittadino non possa parlare liberamente, anche di cose private, senza veder intercetta- te e sbattute sui giornali le sue parole, distorcendole e utilizzando- le per screditarlo, per renderlo ridicolo? Cambieremo questa situazione, al più presto. È urgente e indispensabile». Non posso che essere d’accordo con il premier. Ma sentite adesso The final Ricchiuti#465: «I moggiani sono come quelli del partito che mise su Kossiga. Gli straccioni di Valmy. Siamo una combriccola eterogenea e variegata di varia e un po’ avariata non avara umanità, un po’ romantici un po’ fenomeni da baraccone. A Moggi mancano le grandi firme, le grandi mamme, le grandi spalle del potere. Siamo un consesso di reietti su cui il Pm ogni tanto esercita la sua sacrale biasimazione mentre noi altri si fa quel che si può, scrivendone in qualunque fosso. Ci fosse che so D’Avanzo. O Stendhal o Zola. Allora sarebbe meglio. Entreremmo nelle famiglie, ci siederemmo ai deschi con l’autorizzazione di chi comanda sul serio per le nostre verità. Invece, benché si abbia ragione, siamo ai margini, una verità maledetta e marginale di tanti colori molto poco salottieri. Siamo brutti ma purtroppo senza il lusso di poter essere davvero cattivi. Zola non lo so,magari dei nostri arriva almeno Zola».\r\n\r\n(Di Luciano Moggi per Libero)

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Pubblicato da
Alberto Zamboni