Moggi: “Non mi interessa il Torino, ma i tifosi mi vorrebbero”

«Avete scatenato un casino su di me, ma io non c’entro nulla con le ipotesi di acquisto del Toro». Così Luciano Moggi a La Stampa. La sua prima volta allo Stadio Olimpico, dopo Calciopoli, in occasione di Torino-Frosinone coincideva con la prima partita casalinga dall’annuncio di vendita fatto da Urbano Cairo. «Io questi Tesoro non li conosco neanche – risponde Moggi – e poi sabato sono andato a vedermi una partita di calcio con gli amici. Non posso più farlo?» \r\nNessuno glielo vieta, ovviamente, ma la notizia della sua presenza in tribuna ha fatto il giro dello stadio e scatenato la curva Maratona in un boato di insulti e cori ostili. «L’avete fatta più grossa di quello che è successo perché i tifosi ce l’avevano con la Juve, mica con me». In verità all’Olimpico è risuonato anche il famoso motivetto dell’estate 2006, quella di Calciopoli, in cui vengono tirati in mezzo Moggi, Carraro e l’uso dei cellulari. «Io quel coro non l’ho sentito – dice l’ex DG della Juventus – si vede che ero distratto. E poi in questi giorni tantissimi tifosi granata mi hanno fermato per strada dicendomi: «Direttore, per favore torni da noi”. Altro che odio».\r\nNei bar e sui blog di Internet il mondo torinista si è spaccato tra chi rimpiange il Torino di Moggi e chi invece sarebbe pronto a fare la guerra in caso di un ritorno dell’uomo nero. «Ma quale uomo nero – ride Moggi – al massimo dovrei essere un uomo bianco per come ho portato fortuna al Toro. Non vincevano in casa da tempo e tutte le altre concorrenti hanno perso. Non vorrei che adesso mi invitassero più spesso. Comunque ai playoff ci arrivano di sicuro anche perché questo è un campionato non scarso, di più. Una volta la B forniva tanti giocatori alla serie A perché aveva valori e qualità, adesso non c’è più nulla. Però i granata adesso sono una squadra: magari non c’è ancora un gioco, ma combattono e oltre a Bianchi hanno buone individualità come Pestrin e D’Ambrosio. Ci voleva coraggio a cambiare tutto, a fare la rivoluzione con gente sconosciuta, ma il lavoro di Petrachi qualche frutto lo sta dando».\r\nNessuna voglia, però, di rientrare nel calcio al momento la smentita di trattare il Toro è totale. «É la solita dietrologia – conclune Big Luciano – perché io il Toro non lo compro e non lo tratto».\r\n\r\n(Credits: La Stampa)

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Pubblicato da
Alberto Zamboni