Moggi: “Nedved presidente della Juventus, Agnelli in Ferrari”

Luciano Moggi, ex dg della Juventus, fa il punto sul campionato dalle colonne del quotidiano ‘Libero’. Le attenzioni di uno dei dirigenti più vincenti del calcio italiano, si concentrano sul big match che ha visto la Juventus battere il Milan sul terreno di gioco di San Siro. Una partita senza storia, che ha evidenziato tutti i limiti della squadra di Filippo Inzaghi: “Già alla seconda giornata – esordisce Moggi – , al termine della partita di Parma vinta dal Milan per 4-5, da queste pagine noi predicammo la calma, troppo presto per stilare pronostici […] Scrivemmo della difesa del Milan, troppo statica e anche distratta, la conferma ce l’ha data Milan-Juve, basta riguardarsi il film della partita con la dinamica del gol: Tevez, il marcatore, scivola nei pressi dell’area milanista, ha però tutto il tempo per rialzarsi riuscendo addirittura a mettersi davanti al difensore avversario (Abate) per segnare il gol della vittoria. Di più non si può a conferma delle nostre sensazioni”.\r\n\r\nAttenzione, però, a non esaltare troppo i campioni d’Italia, che hanno avuto vita oltremodo facile contro il Milan:\r\n

Stessa osservazione la facciamo adesso a chi titola << Fenomeni>> per la vittoria della Juve a S. Siro perché per battere questo Milan non serviva l’impresa. E’ infatti bastata una squadra che sapesse ragionare e stancare gli avversari con il possesso palla (come hanno fatto i bianconeri) un centrocampo che impedisse le ripartenze avversarie e sapesse mettere in moto i suoi frombolieri, Tevez su tutti. Avevamo scritto (prima della partita), che la Juve avrebbe potuto vincere dall’alto della sua classe a cui il Milan poteva opporre solo quell’agonismo tipico del suo allenatore che non si dava mai per vinto quando scendeva in campo da giocatore, ma anche questo non è stato sufficiente, troppo poco per impensierire i bianconeri che sono stati tra l’altro anche superiori agonisticamente. La Juve ha giocato per vincere – evidenzia ‘Lucianone’ – , dimostrando maturità ed autostima, il Milan al contrario ha giocato per non perdere, anzi con la paura di perdere, arroccato come era in difesa. I però sono altra cosa, non serve illudere i tifosi: la Juve è sicuramente un ottimo complesso, ha permesso infatti di superare indolore anche il passaggio del testimone da Conte ad Allegri (e non era facile), non spinge più a tavoletta come nelle ultime stagioni ma si permette addirittura momenti di riposo in funzione di un possesso palla che sa attuare grazie alla classe superiore dei suoi centrocampisti. E Allegri ha capito infine come Llorente debba essere impiegato sacrificandolo a fare il pivot per permettere a Tevez di arrivare da dietro negli spazi che lo spagnolo riesce ad aprirgli. Questa Juve era opposta ad una squadra di grande immagine, il Milan, che adesso però somiglia sempre più ad una grande provinciale, difesa e contropiede: troppo poco per alimentare voli pindarici, troppo poco per battere la squadra bianconera.

\r\nPoi, l’ex dg bianconero, si lascia andare ad una previsione clamorosa e che riguarda il cambio al vertice di alcune aziende della famiglia Agnelli:\r\n

Abbiamo notato in tribuna Andrea Agnelli, con vicino Pavel Nedved e Marotta, che confabulavano tra loro. Certamente li ha notati anche Sergio Marchionne e informate voci di corridoio raccontano che lo scaltro stratega della Fiat stia pensando che per rilanciare la Ferrari (malridotta nei risultati sportivi negli ultimi anni dall’era Montezemolo) non ci sia nessuno di meglio di un vincente quale ha dimostrato di essere Andrea. E per sostituirlo alla guida della Signora ecco Pavel Nedved, un puro cuore bianconero. Un progetto clamoroso ideato da Marchionne, che presenta solide basi: ciò facendo, gli equilibri rimarrebbero intatti in casa bianconera mentre in Ferrari – conclude – si respirerebbe invece aria nuova: voglia di vincere, capacità e forza per riuscirci.

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Pubblicato da
Alberto Zamboni