Moggi: “Juve, prendi Guidolin. Stavo portando a Torino Wenger…”

Raggiunto direttamente all’uscita dall’aula 216 del tribunale di Napoli, Luciano Moggi è stato raggiunto ieri da Francesco Alessandrella di ‘SpazioJuve’ a cui l’ex direttore bianconero ha rivelato alcune indiscrezioni di calciomercato.

Delneri resterà alla Juventus, secondo Moggi a meno di “un colpo di testa di Andrea Agnelli, il quale l’anno scorso si è ritrovato Delneri sulla panchina della Juve senza contribuire a sceglierlo”.

CONTE E GASPERINI NON ANCORA PRONTI

Credo che Gasperini e Conte siano due ottimi allenatori, ma che non andrebbero bene in questo momento alla Juve, poichè avrebbero bisogno di una società forte e compatta alle spalle e in questo momento la società di Corso Galileo Ferraris non lo è”.

GUIDOLIN PRONTO PER UNA GRANDE

Se fossi alla Juve? Io prenderei Guidolin ad occhi chiusi. L’avevo già fermato diversi anni fa. E’ un allenatore che ha fatto bene ovunque è andato: Vicenza, Bologna, Palermo, Parma. E ora con l’Udinese sta facendo qualcosa di incredibile. E’ pronto per una grande”.

AVEVO PRESO WENGER…

Arsene Wenger è stato ad un passo dalla Juventus, prima che arrivasse Fabio Capello. Ma abbiamo scelto Capello perchè è il più grande di tutti, in quanto non si occupa solo della fase dell’allenamento, ma entra nella gestione completa della squadra sia dal punto di vista della scelta dei giocatori sia dal punto di vista della gestione dello spogliatoio”.

BENATIA DELL’UDINESE UN POTENZIALE CAMPIONE

Farei follie per avere Fabregas, il centrocampista con più talento al mondo. Ma c’è anche un giovane difensore veramente molto forte: è Benatia dell’Udinese. Quest’estate finirà in una grande”.

QUELLA VOLTA CHE NON CEDETTI DAVIDS…

Nel 2001 la Roma mi chiese Davids. Io risposi: 15 miliardi più tre giocatori della primavera. I tre erano De rossi, Aquilani e D’agostino. La Roma mi disse di no, perchè 15 miliardi erano troppi. Se avessi abbassato la richiesta a 10 miliardi più quei tre, la Roma avrebbe accettato. Questo è stato il mio più grande errore”.

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Pubblicato da
Alberto Zamboni