Moggi “Cara Juve ti mancano i fuoriclasse”

“Il Napoli c’era, la Juve no. A parte qualche distinguo (il rigore su Marchisio poteva esserci, da polli quello causato su Lavezzi ) è questa la fotografia della finale di Coppa Italia vinta con merito dai napoletani. Onore a Mazzarri, commiato amaro per Conte, delusione grande che deve servire da insegnamento. I successi sono fatti di fatica, di voglia, basta però un appagamento anticipato (c’è stato) e ti ritrovi indietro, con l’acre sapore di una gara sbagliata. In questo senso la coppa perduta dà un segnale a squadra, a tecnico e management per la prossima stagione. Difficile arrivare in testa, ma più difficile è rimanerci. È dunque mancata la ciliegina a un’annata straordinaria, una Juve invincibile per tutta la stagione, meccanismo più di collettivo che di singoli fuoriclasse, che andrà corroborato con innesti validi dove occorrono”. Luciano Moggi commenta così la finale di Coppa Italia che ha visto prevalere gli azzurri sulla Juventus. L’ex direttore generale, poi, dalle colonne del quotidiano ‘Libero’ si è soffermato sui meriti del Napoli e del suo tecnico:\r\n

Il Napoli ha meritato; sarà vero che aveva più fame, ma è sembrato più convinto, come nelle serate di Champions: aggressivo e mai impaurito davanti ad avversari più blasonati e di maggior tasso tecnico. Mazzarri ha molti meriti, ha cominciato a vincere quando ha respinto l’idea di rinunciare a Lavezzi e quindi al modulo classico. Guarda caso il Pocho è quello che ha dato la svolta. Con lui, Hamsik e Cavani, i tre moschettieri (quattro con Pandev), hanno mandato in delirio Napoli: un traguardo storico, primo successo dopo l’era Maradona, primo titolo per De Laurentiis e per Mazzarri. Il patron è a volte indisponente (in senso buono) nelle esternazioni, ma è uno che i fatti li fa: dopo sette anni dal fallimento ha riportato Napoli nei salotti del calcio. Ma è proprio dopo questa vittoria, se fossimo in lui e nel pubblico napoletano, che ci sentiremmo insoddisfatti. Avevamo scritto che i partenopei avrebbero potuto competere per lo scudetto. La Coppa Italia ci ha rafforzato la convinzione: sono state spese troppe energie per la Champions dove non c’erano chance, praticando turn over senza logica già all’ini zio del campionato e perdendo regolarmente punti. Le lacrime di Lavezzi saranno state di gioia, ma anche di addio, magari dubbiose sulla decisione che prima di lui ha preso De Laurentiis: rinunciare cioè al Pocho e partire per un nuovo modulo. Lasciateci qualche perplessità: un meccanismo forte va puntellato, non rivoluzionato. De Laurentiis ha scelto diversamente, pare l’inizio del distacco dalla squadra costruita da Pierpaolo Marino. È stata la serata dell’addio anche per Del Piero. Il capitano di mille battaglie avrebbe voluto lasciare diversamente, ma la partita è stata strana, Vidal e Lichtsteiner a fare sfracelli, Caceres ed Estigarribia a disagio; a proposito, sarebbe opportuno, per chi snocciola le formazioni alla Rai, non chiamarli Caraces ed Estigarribba…\r\n\r\n

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Pubblicato da
Alberto Zamboni