“Mi ubriacavo finché l’alcol non ha fatto effetto: e ho iniziato con le droghe”: ammissione choc dell’ex interista. “Mi drogavo mentre mia figlia era in ospedale”

L'Inter di inizio anni '00 - Foto Instagram - Jmania.it
L’Inter di inizio anni ’00 – Foto Instagram – Jmania.it

L’ex interista ammette di avere avuto una dipendenza da alcol e droga, un periodo drammatico a cui farne le spese è stata anche la famiglia

Nel corso della sua lunga presidenza, Massimo Moratti ha portato all’Inter molti top player, alcuni dei quali non sono riusciti a confermarsi ad alti livelli a causa di una mentalità non consona. Adriano e Balotelli sono due esempi lampanti, giocatori dotati di un talento fuori dal comune ma che non è stato bilancio da un rendimento costante.

Ha indossato per due stagioni la maglia nerazzurra anche un’ala olandese che si era consacrata a livello europeo con l’Ajax e che l’Inter aveva messo sotto contratto, con la speranza che potesse essere devastante anche in Italia.

Dopo un buon impatto, con anche una rete in Champions League nel girone eliminatorio, il suo impiego diminuirà sempre più, al punto da rendere inevitabile la sua cessione.

Riparte, così, dalla Premier League, con l’Everton che gli propone un’offerta che ritiene stimolante ma che, poi, si rivelerà una scelta che sancirà la fine precoce della sua carriera.

L’alcol e la droga hanno rovinato la carriera dell’ex interista

Nei quattro anni in Inghilterra si farà riconoscere più per le sue azioni fuori dal campo che per le prestazioni che fornirà con il club di Liverpool.

In un’intervista rilasciata a Prime Video, Andy van der Meyde, confessa di essere stato assuefatto da alcuni vizi: “Uscivo ogni sera a bere fino a quando l‘alcool ha smesso di fare effetto. A quel punto ho cominciato a far uso di droghe. Assumevo cocaina, non ero più me stesso, nel mentre mia figlia era in ospedale“.

Van Der Meyde in campo con la maglia dell'Inter - Foto Instagram - Jmania.it
Van Der Meyde in campo con la maglia dell’Inter – Foto Instagram – Jmania.it

Non sapeva più come riprendere in mano la sua vita

Un periodo delicato e un vortice da cui era difficile uscire per un giocatore che non ha avuto la fermezza e la lucidità per non rifugiarsi in conforti che lo hanno reso irascibile e non capace di tornare al massimo della condizione mentale e fisica.

A salvarlo è stato il suo agente che lo ha aiutato e affidato a uno specialista che, a piccoli passi, lo ha guidato verso il recupero di se stesso, quando, ormai, la sua parabola calcistica era già discendente.