Interviste

Maxi Lopez: “Scudetto alla Juve? Sarebbe la guerra mondiale, Lotito capo della Figc”

Il centravanti argentino rilascia dichiarazioni forti sulla Serie A, il su club si dissocia

Maxi Lopez, attaccante argentino che quest’anno ha giocato con il Crotone, è sicuro: in Italia non ci sarà l’assegnazione del titolo come avvenuto in Ligue 1 con il Paris Saint Germain. Attualmente è in testa alla classifica della Serie A la Juventus (+1 sulla Lazio), ma “se in Italia fanno quel che hanno fatto in Francia succede una guerra mondiale”, ha sottolineato l’ex centravanti di Barcellona, Milan, Sampdoria, Torino e Udinese. Intervistato da TyC Sports, Maxi Lopez ha poi approfondito le sue argomentazioni.

Maxi Lopez: “Lotito molto potente”

“Qui – prosegue riferendosi all’Italia – è completamente differente. Il presidente della Lazio, Claudio Lotito, è il presidente della Federcalcio (a dire il vero è nel Comitato di presidenza, ma è molto ma molto influente anche in Lega Calcio, ndr). Per lui già un mese fa si poteva giocare. Qui un’entità più importante come la UEFA o la FIFA dovrà prendere una decisione”.

Il Crotone si dissocia

Dichiarazioni forti quelle dei Maxi Lopez, che hanno spinto il Crotone a diramare un comunicato ufficiale: “Il Football Club Crotone – si legge nella nota – intende prendere le distanze dalle dichiarazioni del suo tesserato Maxi Lopez, rilasciate ieri sera ad una televisione argentina e riprese da diverse fonti anche nazionali.
Il club evidenzia come il calciatore abbia parlato con leggerezza, certamente eccessiva, così una battuta – comunque infelice – grazie alla cassa di risonanza dei social network si è diffusa in tempi brevissimi.
La società, con in testa il Presidente Gianni Vrenna ed il Direttore Generale Raffaele Vrenna, da sempre in ottimi rapporti con i vertici istituzionali e profondamente rispettosa del loro lavoro e delle loro decisioni, pur riconoscendo la buona fede dell’attaccante, si dissocia e comunica che nelle prossime ore valuterà eventuali provvedimenti”, conclude il comunicato.

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Pubblicato da
Alberto Zamboni