Martin e David: festa all’Olimpico!

La notizia più importante è questa: la Juventus vince pure senza Diego. Una buona nuova per l’ambiente bianco-nero ma un brutto presagio per gli avversari. Contro la Lazio, a Roma, non è mai facile. Lo stadio è bollente, gli aquilotti volano, si caricano, ce la mettono tutta come se fosse un derby. Ma il risultato parla chiaro: 0-2 e zitti tutti. Nel primo tempo si soffre. Amauri e David ci provano, con l’aiuto di un Diego già al 30%, ad impegnare Muslera e ci riescono. Ma il gol non arriva. Anzi arriva Kolarov che con tecnica, tiro, potenza e determinazione esalta le doti feline di Buffon dopo una discesa inarrestabile dalla sinistra. Poi Diego non ce la fa, esce, è dolorante e rammaricato, un pò come i tifosi e lo staff tecnico di Ferrara. Preoccupati fino a che non si saprà cosa è e quando torna. Al suo posto entra Giovinco, che in questo stadio qualcosa di buono già l’aveva fatto. Il primo tempo termina con un punto interrogativo sulla faccia di molti. E’ la prova del 9, è il momento di dimostrare che pure senza il brasiliano la Juve è da primo posto e se la può giocare con tutti. Questo deve essere passato per la testa di Ferrara, ma un pò in quella di ogni giocatore bianco-nero. E allora via col secondo tempo, le squadre si allungano, si sbilanciano, vogliono vincere. Il primo a suonare la campana è Martin Caséres. Apparso in difficoltà a tenere Kolarov (e chi non lo sarebbe) si fa trovare, da vero bomber, in mezzo all’area. Fa partitre un destro sul quale Muslera non può nulla. Poi la Lazio ci prova, ma la Juve è ordinata, rischia poco. E quando la partita sembra finita, Giovinco inventa, Amauri fa lo scorpione e Muslera il miracolo ma in agguato c’è un certo David Trezeguet ad insaccare. Inizia la festa. La festa del gruppo e la festa soprattutto per David, che piange di gioia dopo tante parole, critiche e malelingue. Piange perchè l’avevano dato per finito. Piange perchè tutti lo hanno aiutato ed anche stavolta è stato decisivo. Le aquile volano, si sa, ma a quanto pare le zebre sono più veloci.

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Pubblicato da
Alberto Zamboni