Processo Juve, la bufera sui social è infinita: cosa succede

Il campionato non si gioca su un campo di calcio, ma nelle aule di tribunale. È il torneo delle scartoffie, dei giudici, degli avvocati e chi più ne ha più ne metta.

Il campionato non si gioca su un campo di calcio, ma nelle aule di tribunale. È il torneo delle scartoffie, dei giudici, degli avvocati e chi più ne ha più ne metta. L’inchiesta sulla Juventus va avanti, sul fronte sportivo e su quello civile. Così come i colpi di scena sono all’ordine del giorno. A giocare un ruolo decisivo sono inevitabilmente i social media, che si sono affiancati a quelli classici per vivisezionare passato, presente e futuro dei protagonisti, a partire dai giudici che si occupano del caso Juve. Da qui un clima davvero teso che sta portando e potrebbe portare a decisioni dettate dalla tensione.

L’inchiesta sulla Juventus è un caso di tribunale sociale, non di giustizia sportiva.

Gabriele Gravina, presidente della FIGC, ha parlato apertamente di “tribunale social”. È una sorta di scure che si abbatte su tutti i personaggi pubblici, e non solo, non appena ottengono un momento di visibilità, anche involontaria. È il caso anche di alcuni dei protagonisti del caso Juventus, dalle plusvalenze alla manovra sugli stipendi. Dopo la penalizzazione di 15 punti inflitta alla società bianconera si è scatenata una sorta di caccia all’uomo, o meglio una caccia al giudice che non ha risparmiato nessuno.

(Photo by ISABELLA BONOTTO/AFP via Getty Images)

La penalizzazione della Juventus da Chinè a Santoriello ha scatenato la frenesia dei social media.

Ne sanno qualcosa il procuratore Figc Chinè, i giudici del Collegio di Garanzia Cesaro e Maffezzoli ma anche Sandulli, vicepresidente della II sezione del Collegio, che si è autosospeso dopo un’intervista di troppo. Ma soprattutto il pm Santoriello (uno dei firmatari dell’inchiesta Prisma), di cui è stato pubblicato un video in cui, in un incontro pubblico risalente al 2019, ammetteva di essere “tifoso del Napoli e odio la Juventus!. Detto questo: come tifoso il Napoli è importante per me, come procuratore invece… sono anti-juventino! Cioè contro le ruberie in campo!” è diventato virale causandogli non pochi problemi e costringendolo anche a fare un passo indietro.

L’inchiesta Prisma-Juve è in corso e anche Torsello ne è coinvolto.

Mario Luigi Torsello, il magistrato recentemente finito sotto tiro per un discorso tenuto all’Università del Salento, è presidente della Corte d’Appello della Federcalcio. Nel suo intervento ha espresso indirettamente un parere sull’operato della giustizia sportiva, in generale, ma estendibile al caso della Juve.

(Photo by MARCO BERTORELLO/AFP via Getty Images)

Il ricorso della Juventus è ancora in corso e i giudici stanno pensando di andarsene. Ecco perché.

L’analisi del Corriere dello Sport sulla situazione e sul clima pesante che la circonda suggerisce che i giudici sono stanchi dell’eccessivo controllo del loro lavoro, della loro esperienza e della conseguente deriva sociale, comprese alcune minacce più gravi. Per questo il giornale ipotizza che i giudici possano fare un passo indietro, visto che gli incarichi sono volontari e in molti casi non retribuiti. Chi giudicherà dunque la Juventus?

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Pubblicato da
Alberto Zamboni