Interviste

Leonetti: “Juve devi segnare di più, Bentancur centrocampista completo”

14 vittorie in 16 match ufficiali. 32 gol realizzati e 9 subiti. Primo posto in classifica in Serie A e al comando del Gruppo H anche in Champions League. Numeri letteralmente strabilianti per questa Juventus. A tuo giudizio, quanti margini di miglioramento ci sono ancora per la squadra di Massimiliano Allegri?
«Come diceva Edoardo Agnelli, primo presidente della Juventus, era famiglia Agnelli, «ogni cosa fatta bene può sempre essere fatta meglio». I numeri di questa Juve sono impressionanti e dimostrano chiaramente la forza e la consapevolezza di questa rosa fantastica, però i margini di miglioramento ci sono, eccome. Ad oggi il miglior profilo non si è ancora visto, sia per la maggior parte dei giocatori, sia per la globalità di squadra. Penso che la Vecchia Signora stia attorno al 65/70%, guai fosse diversamente. Immaginiamo cosa potrà diventare la compagine bianconera quando tutto girerà alla perfezione; ci auguriamo da marzo in poi per il rush finale in Italia e in Champions. Va migliorata la tenuta a centrocampo, la lucidità nelle due fasi e soprattutto il cinismo nel chiudere le partite. La sfida pazzesca contro il Manchester United è stata la prova lampante. Con la forma cresceranno brillantezza e velocità d’esecuzione e anche la mira e la cattiveria sotto porta, nonché alcuni singoli che hanno inciso poco sino ad oggi, penso a Douglas Costa che ha iniziato la stagione maluccio e va a tutti i costi recuperato visto l’arma letale che si è dimostrato. Ma lo stesso Ronaldo, che sta già facendo cose di livello stellare, non è al pieno della vena, così come altri calciatori. Ultimo fattore, è necessario ritrovare alcuni infortunati che diventeranno importanti per Allegri al fine di poter fare turnover di grande qualità, cito Spinazzola ed Emre Can. Nei numeri pazzeschi di questa Juventus è da annoverare l’ennesimo trionfo di Max Allegri, per la quinta volta premiato come migliore allenatore italiano dai suoi colleghi con la “Panchina d’Oro” a Coverciano. Mai nessuno in carriera ha inanellato un premio significativo come questo per così tante volte. Vorrà pur dire qualcosa, e mi riferisco a chi, ancora oggi, finge miopia o sfoggia antipatia per poter criticare al primo pareggio uno dei migliori allenatori in assoluto che in questo primo sprazzo di stagione ha dato anche un bel gioco, vivo e pimpante alla sua Juve».

In tre mesi di stagione sono moltissimi gli aspetti positivi della Juventus. Ma nell’ultimo periodo spicca particolarmente la crescita esponenziale e mostruosa di Rodrigo Bentancur, fulgido talento che, sempre più, si sta imponendo e affermando nella mediana bianconera. Credi che la stellina uruguaiana abbia scalato definitivamente le gerarchie nelle scelte del tecnico labronico?
«Bentancur è un talento e un calciatore che la Juve ha voluto a tutti i costi anticipando tante concorrenti quando lo prelevò dal Boca Juniors, segno che la dirigenza ha sempre creduto molto in questo ragazzo. In meno di un anno è divenuto titolare fisso nella sua nazionale uruguayana, giocando tutte le partite al Mondiale di Russia in estate. Nella Juventus, sotto le cure di Allegri, ha imparato a ricoprire tutti i ruoli della mediana. Se nella scorsa stagione era il vice Pjanic dichiarato, in questa prima parte di competizioni si è affermato come jolly, con prestazioni maiuscole e di grande spessore che lo hanno promosso a titolare, stante anche le assenze di Khedira ed Emre Can. Ormai è diventato una pedina di massima affidabilità, e a 21 anni si appresta a divenire il futuro certo di questa Juve. Un ragazzo che, quando viene chiamato in causa, risponde presente e con doti non comuni; a Udine ha anche segnato il suo primo sigillo in bianconero. Sarà titolare a seconda delle rotazioni volute dal Mister (Massimiliano Allegri, ndr) ma ormai Rodrigo (Bentancur, ndr) è una certezza, e la sua maturazione è una realtà incontrovertibile».

A proposito del centrocampista sudamericano, come da te appena accennato, un’altra sua qualità importante è la poliedricità tattica: mezz’ala destra, sinistra o vertice basso nel centrocampo a 3. Tu, personalmente, in quale di questi tre ruoli pensi che possa sfruttare al meglio il suo enorme potenziale?
«Centralmente è una sicurezza, ed eliminando alcuni esuberi di confidenza ed entusiasmo può diventare un eccelso costruttore di gioco. Ma come anticipavo poc’anzi, ha trovato i tempi, il dinamismo e l’approccio giusto per poter giocare con grande resa anche come mezz’ala. Aggiungiamoci, poi, fisico e piedi sopraffini e il cerchio si chiude. Ovviamente deve ancora migliorare, penso al tiro da fuori, per esempio, ma Bentancur è il prototipo del centrocampista moderno: duttile, poliforme e di grande qualità che tutti gli allenatori vorrebbero. Allegri in particolare, poi, ama i calciatori che possono ricoprire due/tre ruoli, perché il calcio, ormai da qualche tempo, va in questa direzione».

Esaminando invece le prestazioni complessive di tutta la squadra, spesso, purtroppo, Chiellini e compagni incappano in una sfilza di errori tecnici individuali nella misura del passaggio, nonché nella mancanza di lucidità e freddezza sotto porta, come tu stesso hai sottolineato prima. Questi sono i difetti principali sui quali urge lavorare alacremente e migliorare il più in fretta possibile?
«Quello di realizzare al meglio l’immensa mole di lavoro sotto porta, con realizzazione consona in percentuale, è un problema atavico della Juve. Si diceva lo stesso nell’epoca Conte, ricordo bene. Sicuramente questa è una componente da migliorare a breve. Certo, poi nel calcio non si può ottimizzare con il gol ogni singola occasione creata, però questa squadra ha una qualità straordinaria, e deve sforzarsi, esercitarsi e concentrarsi sul chiudere le partite al meglio e al momento giusto. Le grandi conquiste passano anche da questa strada, e ritengo che con il miglioramento e la crescita dell’aspetto fisico aumenterà anche l’aspetto mentale. Per cercare di vincere tutto ogni meccanismo deve essere oliato e perfetto, senza errori di misura e di precisione nella transizione di palla o con disattenzione marchiane sugli appoggi, siano essi da centrocampo in su o negli ultimi 16 metri».

Tornando sui singoli, giungono indicazioni molto confortanti sul vicinissimo rientro di Leonardo Spinazzola, da te prima menzionato, autore di un’ottima prova con la formazione Primavera e protagonista, inoltre, con un gran bel gol. Per l’immediato futuro, ritieni che l’ex atalantino possa rappresentare un’alternativa  di fondamentale importanza per lo scacchiere di Max Allegri?
«Innanzitutto mi auguro di vedere il ragazzo pronto e recuperato in tempi brevi dal suo lungo calvario. 6 mesi di stop e l’operazione, nonostante le nuove tecniche d’intervento, sono e rimangono un momento buio per un atleta. La sua prima prova con la Primavera è stata positiva, anche con un gol siglato. Ormai è rientrato da un mesetto in gruppo e il suo ritorno si avvicina. L’importanza di Spinazzola, per Allegri, sarà considerevole, potendo finalmente far tirare il fiato ad Alex Sandro, che, per inciso, è tornato a fare ottime cose. L’ex giocatore dell’Atalanta sarà una carta apprezzabile per la seconda parte di stagione, ma l’importante è che la salute lo assista. Poi il calciatore, sia per cifra tecnica che tattica, non si discute. Leonardo Spinazzola vorrà anche cercare di riprendersi il tempo perduto, sia con la maglia bianconera, che ama da sempre, sia con la Nazionale italiana. Se tutto procederà al meglio, ritengo che per l’inizio di dicembre potremo rivederlo sul prato verde. I migliori in bocca al lupo a un altro talento di casa Juve che scalpita per poter tornare a volare sulla fascia».

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Pubblicato da
Stefano Dentice