Interviste

Leonetti: “Allegri ha battuto nettamente Sarri, occhio al mercato”

In TV su 7Gold e conduttore su Radio Bianconera, il giornalista Franco Leonetti traccia un bilancio sulla prima parte di stagione della Juventus

Il 3-0 interno contro la Lazio dell’ex Sarri ha consentito alla Juventus di balzare al terzo posto in classifica, dopo aver ottenuto sei vittorie consecutive senza mai subire neppure un gol. Fino a poco più di un mese fa sembrava utopia. Cosa è cambiato dal derby vinto contro il Torino a oggi?

«È cambiato tutto da certe prestazioni scandalose, penso a Monza o ad Haifa. La squadra è divenuta tale finalmente, è cresciuta la condizione psico-fisica e i confronti nello spogliatoio, tra veri uomini, hanno sortito effetti benefici: dirsi tutto per cercare di costruire insieme e cominciare daccapo. E allora ben venga il cambio di modulo con la difesa a tre, la convinzione nei propri mezzi eliminando la fragilità mentale che faceva atterrire la Juve di fronte a qualsiasi avversario. Questa è una squadra che finalmente corre, combatte, è diventata solida e gioca fino all’ultimo secondo senza regalare un tempo agli avversari. Anche lo stesso Mister Allegri, che ha battuto nettamente Sarri dal punto di vista tattico, ha eliminato determinati errori di lettura-gare e migliorato i cambi. La summa di tutte queste cose ha portato la Juventus a vincere alcune partite. Mi viene in mente Verona, una partita che un mese e mezzo non sarebbe mai stata vinta. Il derby, l’atteggiamento messo in campo e la vittoria, che fa sempre morale, sono stati i punti di svolta».

Come già accennato da te, analizzando ancor di più nello specifico le ultime sei gare dal punto di vista tattico, ritieni che l’utilizzo del 3-5-2 o 3-5-1-1 abbia inciso notevolmente sulle prestazioni e sui risultati?

«Ritengo che il cambio di modulo abbia rivestito grande importanza nel miglioramento della Juve, perché se hai il miglior marcatore (difensore centrale, n.d.r.) del campionato scorso, Bremer, e uno dei miglior assistman europei, Kostić, che il loro meglio lo danno con il 3-5-2, devi tenere conto di questi dettagli importanti che diventano punti di forza. E mi risulta che i due giocatori, e non solo loro, abbiano discusso con Allegri di questo fattore, e non soltanto. Il Mister, che è persona d’esperienza e spiccato acume tattico, sa bene che devi adattare i tuoi pensieri di modulo alle caratteristiche dei calciatori a disposizione. Solo così si forgia una squadra in grado di sfoderare certezze, convincimenti e risultati, oltre ad un’unità di tutte le componenti».

A tuo giudizio, dal derby della Mole vinto 1-0 contro il Toro allo stato attuale, chi è l’uomo simbolo della rinascita bianconera?

«Locatelli è cresciuto esponenzialmente dal derby in poi, Miretti, Fagioli e tutti i giovani sono stati stimolanti e basilari nelle loro performance portando spensieratezza, vigoria e corsa. Penso alle prestazioni magiche in spezzoni di gara di Iling-Junior, ma anche l’apprendistato di un ragazzo come Gatti che ha voglia di mangiarsi il mondo, o Kean che pare aver ritrovato, finalmente, la forma dei tempi aurei. Ma Miretti e Fagioli, oltre alle grandi prove, hanno un Dna Juventus sin da bambini, e questa loro appartenenza e juventinità si sono trasformate in cemento a presa rapida nei confronti di tutta la rosa. Rabiot, però, ha trascinato la squadra, si è messo a segnare, ha disputato gare splendide, insomma un altro giocatore rispetto al recente passato, ciò che serviva ai bianconeri in questo frangente di stagione».

Con il senno di poi ovviamente cambia tutto. Ma con la Juve vista nelle ultime sei giornate di campionato, magari proprio con un Federico Chiesa in più, a tuo avviso sarebbe andata diversamente anche in Champions?

«Non esiste la controprova, certo un top come Chiesa avrebbe fatto molto comodo a questa squadra. Il girone di Champions si è trasformato in un vero fallimento, questo va sottolineato, per carenze di tutta la squadra ed errori dell’allenatore, e non credo che un solo uomo possa rivelarsi il salvatore della patria. Per Chiesa è stato importantissimo tornare a calcare il prato verde con spezzoni di gara disputati con grande decisione e senza paura. Il premio è l’assist per il terzo gol di Milik contro la Lazio. Ritroveremo Federico in pieno splendore fisico-atletico a gennaio, e sarà un uomo decisivo, come lo è sempre stato».

A gennaio, oltre a cercare di incrementare la striscia di vittorie consecutive, pensi sia possibile effettuare qualche piccolo intervento di riparazione durante il mercato invernale?

«La Juve cerca almeno un ritocco sulle corsie esterne, poiché giocando con l’attuale modulo viene ritenuto sostanziale, visto che Kostić e Cuadrado le hanno giocate tutte senza rifiatare, non avendo sostituti per giocare a tutta fascia. Chiesa è più attaccante, Di María più un rifinitore che adora inserirsi nel cono centrale dell’azione, quindi almeno un ritocco sarebbe importante. La Juventus vaglierà le classiche occasioni e opportunità del mercato di gennaio, vedremo se si concretizzeranno situazioni valide. Odriozola e Karsdorp sono due nomi tenuti in considerazione, vedremo se diventeranno piste calde. L’ideale rinforzo potrebbe essere un centrale difensivo mancino che possa adattarsi ai due ruoli, ma già questa caratteristica specifica non è semplice da rinvenire sul mercato di riparazione. L’unica cosa certa è che i bianconeri non bisseranno il mercato straordinario di gennaio 2022, in cui posero le basi per ricostruire la squadra, come poi accaduto durante la finestra estiva».

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Pubblicato da
Stefano Dentice