Editoriali

Juventus-Genoa: ripartenza a testa bassa e senza cali di concentrazione

Bella, vincente e convincente. Tre aggettivi piuttosto esemplificativi per descrivere la Juventus attuale. L’ultimo match di campionato, vinto a Udine per 2-0 contro l’Udinese, ha mostrato una Juve totalmente dominante sino al triplice fischio, capace di creare nitide occasioni da gol a grappoli che, con un pizzico di lucidità e praticità in più negli ultimi sedici metri, avrebbero reso necessario l’uso del pallottoliere per contare le reti. Adesso bisogna voltare pagina e concentrarsi intensamente sulla prossima sfida di Serie A, quella in programma sabato 20, alle ore 18:00, con il Genoa del nuovo allenatore Ivan Jurić.

Massimiliano Allegri dovrà sopperire all’assenza certa di Khedira, mentre pare che ci siano flebili speranze di recuperare Rugani. Per quanto concerne Spinazzola, invece, che in settimana ha totalizzato 50 minuti in amichevole, appare alquanto improbabile una sua convocazione. Dybala, nonostante il brutto colpo al ginocchio rimediato con la Nazionale albiceleste sarà abile e arruolabile, e non è da escludere completamente addirittura il suo impiego dall’inizio, visto che Allegri ha dichiarato «può darsi che giochi» nella conferenza stampa pre JuventusGenoa. Dunque, ipotizzabile un 4-3-3 con: Szczesny; Cancelo, Benatia, Bonucci, Alex Sandro (De Sciglio); Emre Can, Pjanic, Matuidi; Bernardeschi (Douglas Costa), Mandzukic, Cristiano Ronaldo. Il Grifone del nuovo tecnico Jurić, che sarà costretto a rinunciare sicuramente all’indisponibile Omeonga, potrebbe varare un 3-5-2 così formato: Marchetti; Biraschi, Lisandro Lopez (Spolli), Criscito; Pereira, Romulo, Sandro, Hiljemark, Lazovic; Piatek, Kouamé (Pandev).

Juventus-Genoa: gli intrecci tattici

Cogente ripartire dalla brillante prestazione offerta dalla Vecchia Signora alla Dacia Arena di Udine. Lì, Madama ha sciorinato un ottimo calcio, sia dal punto di vista della qualità del gioco, che sotto l’aspetto dell’approccio, del piglio e della concentrazione dall’inizio al termine del match. Bonucci e compagni dovranno  sfruttare  sapientemente le corsie laterali, muovere rapidamente il pallone da un lato all’altro del rettangolo verde con una certa frequenza e cercare di creare, con costanza, svariate situazioni di superiorità  numerica (soprattutto sugli esterni), per consentire a Bernardeschi (o a D. Costa) e Cristiano Ronaldo di sprigionare la loro esplosività nell’uno contro uno e obbligare i due esterni rossoblù di centrocampo a fare la spola e ad abbassarsi per dar man forte ai tre centrali difensivi, in modo tale da comporre una terza linea a 5. In fase di non possesso, invece, attenzione alla velocità di Kouamé e alla velenosità di Piatek, centravanti polacco letteralmente in stato di grazia, protagonista assoluto, ad oggi, con 9 reti in 7 partite. Inoltre, occhio anche ai continui (e pericolosi) inserimenti senza palla delle mezz’ali genoane, abilissime a sbucare a fari spenti in prossimità della porta bianconera.

JUVENTUS-GENOA: LE PROBABILI FORMAZIONI

Il Genoa, nonostante un avvicendamento in panchina quantomeno opinabile, sta attraversando un buonissimo periodo di forma, visto e considerato l’undicesimo posto attuale frutto di 12 punti in 7 partite ottenuti con Davide Ballardini al timone e, addirittura, le sole due lunghezze dalla quinta posizione (occupata ad ora dalla Sampdoria) che vale l’Europa League. Fra Juventus e Genoa vi è un abisso, per tecnica, fisicità, qualità dei singoli e dell’organico, ma il Grifo, segnatamente questo targato Jurić, è in grado di procurare più di qualche grattacapo ai campioni d’Italia, grazie a un’alta intensità agonistica (peculiarità di tutte le squadre allenate dal Mister croato), a un pressing talvolta asfissiante e a una cura minuziosa nella marcatura feroce degli appoggi, con gli interni della mediana e il frangiflutti che si alzano e accorciano freneticamente sul possessore di palla avversario per impedirgli la giocata a palla scoperta. Per giunta, il cambio in panca potrebbe aver ringalluzzito la compagine ligure. Ergo, meglio scendere sul manto erboso senza tracotanza e affrontare l’incontro con la giusta attitudine, tensione e attenzione. Le sorprese, quelle spiacevoli, in particolar modo nel calcio, è risaputo, sono sempre dietro l’angolo.

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Pubblicato da
Stefano Dentice