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La Juventus a dieta: quando il successo parte dalla cucina

Il successo della Juventus parte anche dalla dieta. Matteo Pincella, da 7 anni nutrizionista biologo del club bianconero racconta i segreti a tavola dei campioni della Vecchia Signora. Pincella collabora anche con la nazionale italiana di calcio e, nel corso di un’intervista rilasciata oggi al quotidiano ‘La Repubblica’, ha rivelato quale sia la sua ultima trova: ogni sera invia uno chef a casa dei giocatori, su richiesta, in modo da preparare la cena più adatta.

“Ormai colazione e pranzo li facciamo sempre insieme tra allenamenti e partite – racconta il nutrizionista – . I benefici sono stati avvertiti e hanno cominciato a chiederci un aiuto anche per la cena. La dieta prevede una grande varietà di alimenti cucinati in modo particolare, perché è importantissimo come si cucina. E così abbiamo cominciato con tre chef che la sera, a richiesta, vanno a casa dei calciatori e preparano la cena. Ora non bastano più e ne sto assumendo altri…”.

Chi pensa che però i calciatori della Juventus si privino di tutto a tavola, si sbaglia di grosso: in bianconero si mangia sano, ma si mangia bene, tenendo conto anche della diversa provenienza dei calciatori. E alla Juve il quadro è molto variegato: tra italiani, svizzeri, tedeschi, francesi, sudamericani…

“Noi utilizziamo tutti gli alimenti, ma nelle diete dobbiamo tenere conto della internazionalizzazione delle squadre e dei gusti che cambiano. Un piatto di pasta al dente ha le stesse proprietà nutrienti della quinoa”.

Fritture? Nessun problema, l’importante è che tutto sia consumato nei giusti modi e nelle corrette quantità. L’unico tabù è l’alcol.

“Esistono fasi diverse nella stagione di un calciatore. Noi dobbiamo dare all’atleta la “benzina” giusta per ogni situazione. La troviamo negli alimenti che la terra ci offre. Importante è miscelarli bene e usarli nei momenti giusti. Anche il fritto può far bene. L’alcol è il nemico più pericoloso. Sulle tavole di Juve e Nazionale non c’è un goccio di vino”, conclude Pincella.

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Pubblicato da
Alberto Zamboni