Juventus, Chiesa si racconta: “In campo do tutto per la maglia, io e Vlahovic…”

Federico Chiesa si apre ai microfoni raccontando molto di ciò che prova per la Juventus, il suo rapporto con i compagni, il futuro, i giovani e la voglia di dare tutto per la maglia e quei tifosi che lo fanno sentire ogni giorno tanto amato.

Federico Chiesa, in un’intervista rilasciala a La Gazzetta dello Sport si racconta. Racconta tutto della sua esperienza alla Juventus e dell’infortunio aprendosi come mai prima d’ora.

CHIESA JUVENTUS
Photo by ISABELLA BONOTTO/AFP via Getty Images

Le sue parole: “In questo momento nella nostra testa passa sicuramente il fatto che contro il Monza abbiamo disputato un primo tempo non da Juve e che nel secondo ci abbiamo provato, tuttavia non abbiamo fatto abbastanza per ribaltare, possibilità che è nelle nostre caratteristiche. E poi nella nostra testa passa il fatto che dobbiamo migliorare nel modo di giocare, dobbiamo essere più propositivi in campo, creare più palle gol, cercare di dominare l’avversario ed essere più aggressivi, cosa che non abbiamo fatto nel primo tempo contro il Monza, cosa che è mancata anche a Napoli. Contro l’Atalanta e contro il Monza in Coppa Italia invece siamo andati meglio. Venivamo da un buon periodo con 8 vittorie consecutive e ovviamente queste tre partite di campionato non sono state perfette. Con l’Atalanta secondo me a livello di aggressività abbiamo disputato un’ottima partita, certo abbiamo preso gol però nelle altre due ci è effettivamente mancato qualcosa. Noi pensiamo a questo, è ciò che ci deve passare nella testa: cercare di trovare il modo, prima giovedì in Coppa Italia e poi in campionato, di portare a casa le vittorie che servono”.

Sui tifosi: “Sento, da quando sono arrivato alla Juve, tanta vicinanza e affetto da parte dei tifosi e questo mi rende veramente felice perché vuol dire che in campo do tutto per la maglia e cerco di dare il massimo per questa società. In questo momento il mio obiettivo è tornare al cento per cento in forma, quello che succederà dopo non lo so. Il mio obiettivo però è dare tutto per questo club, dare qualche gioia ai tifosi e pensare solo al campo. Al resto penserà la società”.

E ancora: “Spero di tornare al cento per cento il prima possibile, ma devo riprendere a giocare con continuità. Lo stavo facendo, c’è stato un piccolo intoppo per la partita con il Monza in casa, domani ci sarò e riprenderò quello che avevo lasciato”.

L’infortunio e la lunga strada verso il rientro

Queste le sue parole sul difficile momento passato: “Ci sono stati tanti momenti difficili, il più duro quando mi hanno confermato la rottura del crociato. In questi 10 mesi ho dovuto superare tanti ostacoli. Prima il dolore post intervento, poi le 6 settimane di stampelle: il traguardo sembrava veramente lontano. Quando ho ricominciato a correre ci sono stati problemi, che in una riabilitazione così lunga e dopo interventi di questo tipo possono capitare. Ho visto il mio obiettivo allontanarsi, però non ho mollato. Sono sempre stato consapevole che dovevo tornare a giocare. Sono abituato ad andare oltre le difficoltà, l’ho sempre fatto nella mia carriera”. E ancora: ” All’inizio il dolore era così intenso che facevo fatica ad alzarmi dal letto. Oggi posso dire che mi è stato utile, perché sono maturato. Andare al campo ogni giorno, provare a fare un esercizio in più per vedere i miglioramenti: tutto questo mi ha aiutato tanto anche a livello umano”.

La sintonia con Vlahovic e la fascia da capitano

Sul suo rapporto con Vlahovic in campo: “La coppia Osi-Kvara è una delle più forti della A, sono tutti e due in grande forma e soprattutto hanno trovato affiatamento giocando insieme dall’inizio della stagione. Io e Dusan abbiamo avuto dei problemi, ma tra noi alla Fiorentina c’è sempre stata una grande complicità che speriamo di ritrovare alla Juventus. Mi è dispiaciuto non esserci contro il Monza soprattutto perché erano tornati Vlahovic e Pogba. Ho avuto un problema al flessore, nulla di preoccupante. Contro la Lazio in Coppa Italia ci sarò”.

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Photo by Gabriele Maltinti/Getty Images

Infine sulla possibilità di indossare la fascia da capitano e sui giovani: “Alla fascia non penso, mi preme solo tornare in forma per fare bene e dare una mano. Abbiamo un bel gruppo di italiani che vengono dal settore giovanile, giocatori di prospettiva come Miretti e Fagioli, naturalmente Locatelli. Il resto lo dirà il tempo, ci manca ancora l’esperienza di Chiellini e Bonucci ma dobbiamo pensare solo a migliorare”.