Juventus-Cagliari 3-0: intervista Antonio Conte che non parla del futuro

Juventus-Cagliari 3-0, intervista Antonio Conte, dribbling sul futuro. Nel giorno del record di 102 punti, il tecnico della Juve, Antonio Conte, non vuole parlare del suo futuro. Chiede scusa a tutti, rispetta il lavoro dei giornalisti, ma ha voglia di parlare solo della squadra e di quello che ha fatto. Il rinnovo fino al 2018 è ad un passo, ma se ne parlerà solo da domani in poi. “Ho voglia di parlare solo di quello che è stato fatto in questi tre anni. Festeggiamo un traguardo incredibile e storico – le parole di Conte riportate da ‘Sportmediaset’ – , ottenuto tutti insieme. Sarebbe stato più semplice non presentarmi ai microfoni, l’ho fatto per rispetto. Voglio evitare che una mezza frase possa diventare un boomerang”.\r\n\r\nLa società è disposta ad aumentargli lo stipendio e a fornirgli i calciatori di cui ha bisogno l’anno prossimo, compatibilmente con le necessità di bilancio:\r\n

Valuteremo tutte le situazioni – risponde Antonio Conte – , sapendo che comunque ho ancora un altro anno di contratto e quando l’ho firmato l’ho fatto non perché mi hanno messo il fucile alla testa. A questo punto di vista sono molto sereno, cercheremo di prendere la giusta decisione.

\r\nOggi lo Juventus Stadium è stato una bolgia, soprattutto per lui:\r\n

Ringrazio il tifoso juventino – continua il tecnico tris-scudettato – perché quello che fatto oggi e sempre nei mie confronti, da calciatore e allenatore, è sempre stato speciale. Io ho dato tutto me stesso per ripagare l’affetto. La coreografia e l’arrivo al ritiro mi riempie di orgoglio e ripaga i tantissimi sacrifici, i rodimenti e le notti insonni, le cose brutte e i cattivi pensieri.

\r\nLa stagione si chiude con il record dei 102 punti, l’ennesimo dell’era Conte…\r\n

Sicuramente quest’anno siamo riusciti a centrare il terzo scudetto, è qualcosa di storico: superare i 97 punti dell’Inter e adesso i 102 rappresenta qualcosa di straordinariamente speciale. Merito di ragazzi speciali che in tre anni sono riusciti a fare qualcosa – conclude – che sarà difficile per chiunque superare in Italia.

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Pubblicato da
Alberto Zamboni