Juventus-Barcellona: Valverde senza 6 calciatori

Sono 19 i convocati del Barcellona in vista della trasferta di Champions League contro la Juventus: assenti alcuni titolari

Juventus-Barcellona, Valverde a Torino con 19 giocatori in tutto, ma gli mancheranno sei pedine. Ecco la lista dei convocati blaugrana: Ter Stegen, Cillessen, Adrià Ortolá, Semedo, Piqué, Rakitic, Sergio, Denis Suárez, Iniesta, Suárez, Messi, Paulinho , Deulofeu, Paco Alcácer, Jordi Alba, Digne, Aleix Vidal, Umtiti, Vermaelen. Nella lista non ci sono sei elementi, alcuni dei quali avrebbero avuto qualche chance di giocare titolari contro i bianconeri, altri invece si sarebbero accomodati sicuramente in panchina o in tribuna. Gli assenti saranno: Dembélé, Rafinha, Arda Turan, Sergi Roberto, André Gomes e Mascherano.

Juventus-Barcellona: Barzagli

A due giorni da Juventus-Barcellona, Andrea Barzagli ha parlato ai microfoni di Sky Sport, ripartendo inevitabilmente dalla sconfitta di Genova contro la Sampdoria.

“Il mister ci ha fatto notare due, tre cose e basta: ripartiamo. Sappiamo quello che in questo momento ci può mancare – ha detto l’esperto difensore – e di conseguenza dobbiamo lavorare di più sull’aspetto mentale, di fatica per far sì di non avere certi cali nella partita. Manca quel fare un po’ più di fatica in più per non subire gol, per stare sulle gambe in difesa in certi momenti della parti dove c’è da soffrire”.

L’impressione è che in questo inizio di stagione siano evidenziate di più le cose negative e meno quello positive.

“La nostra squadra ha avuto sempre in questi ultimi anni anche nel dna di soffrire, bisogna magari fare partite dentro l’area ma non subendo gol. Quest’anno – invece – troviamo facilmente la porta, ma allo stesso modo concediamo e subiamo troppi gol. E questo è un difetto che una squadra che vuole vincere il campionato non può avere. La qualità al vertice è aumentata, è un campionato ‘spaccato’ tra grandi e medio piccole”, continua Barzagli.

Mercoledì, intanto, ci sarà da ripartire subito e contro una squadra di livello mondiale come il Barcellona.

“Aver vinto sei scudetti non significa che tutto sia dovuto. Noi dobbiamo migliorare, loro sono in grande forma. Bisogna vincere per preparare al meglio gli scontri diretti che ci attendono in campionato”.

Infine, una battuta sul caos in Figc dopo le dimissioni di Carlo Tavecchio.

“Il mio pensiero è semplice, serve calma e pazienza per decidere al meglio. È un’occasione per ripartire, serve una programmazione partendo dal settore giovanile. È impensabile che l’Italia vinca l’Europeo del 2020, serve una programmazione da qui a dieci anni. Chi arriva dovrà essere libero di fare scelte, sono favorevole ad ex calciatori solo se hanno esperienze fuori dal campo, non basta il nome. Servono competenze. Servono tecnici preparati per i giovani. Germania e Belgio sono esempi da seguire”, conclude.

Juventus-Barcellona: Chiellini

Giornata di interviste anche per Giorgio Chiellini, che oggi ha parlato al sito ufficiale dell’Uefa:

“La Juve per me è una famiglia ormai. Sono qui da 12 anni, questa è la mia 13ª stagione e ho giocato oltre 400 partite. Di recente sono entrato nella top-ten di presenze di questa società, quindi lei è parte di me e io sono parte di lei. Faccio parte della storia di questa grande società – continua Chiellini – e mi ritengo fortunato di aver contribuito a scriverla. Per rimanere qui tanti anni servono doti importanti, non solo tecniche, ma soprattutto umane. Visitando il museo e vedendo in esposizione le maglie e quelle classifiche che parlano di tanti anni e di tante partite, vi renderete conto che chi resta qui a lungo ha qualcosa di diverso dagli altri a livello umano”.

Poi il ‘Chiello’ spiega cosa sia che rende particolare la Juventus, un ambiente in cui chiunque arriva impiega pochissimo tempo per adattarsi.

“Che cosa rende la Juventus un club tanto speciale? Detto da me sembrerebbe un pensiero di parte, ma tutti quelli che arrivano qui dopo pochi mesi si rendono conto che qualcosa di diverso c’è davvero. Noi siamo qui per svolgere il nostro lavoro e veniamo messi nelle condizioni per farlo al meglio. Alla Juventus c’è una cultura del lavoro molto importante, che è alla base di ogni successo e si tramanda di generazione in generazione. E’ qualcosa che anche noi dovremo lasciare anche ai ragazzi che continueranno questa grande storia. Che rapporto ho con i tifosi della Juventus? Ho un buonissimo rapporto con loro, perché io ho sempre dato tutto per la maglia e questo è stato sicuramente apprezzato. Poi da quando c’è lo stadio nuovo in campo è cambiato tutto, soprattutto nelle partite più importanti. Si percepisce qualcosa di speciale. Tra i tifosi c’è grande attesa, c’è voglia di riuscire a risollevare quella coppa che manca da più di 20 anni, perciò le partite di Champions sono davvero sentite. Le cavalcate che negli ultimi tre anni ci hanno portato a Berlino e Cardiff hanno lasciato il segno e – insiste – speriamo di riuscire a dare questa gioia alla Juve, a tutta la Juve, il prima possibile”.

Quanto agli obiettivi, è chiaro che i tifosi sognino la Champions, ma Chiellini ci va con i piedi di piombo perché mollare il campionato non è una buona strategia.

“Se l’obiettivo della Juventus è la vittoria della Champions League? Credo che il nostro obiettivo debba essere quello di arrivare a giocarci tutto da protagonisti a marzo. Dovremo arrivarci nelle condizioni ideali e soprattutto da squadra vera. Se ci riusciremo, allora ci giocheremo campionato, Coppa Italia e Champions League alla grande. La Champions, naturalmente, è una competizione particolare e spesso vive di episodi, ma bisogna arrivare alla fase decisiva nelle migliori condizioni possibili. Ora il nostro obiettivo è quello di prenderci la qualificazione e di approdare agli ottavi di finale – primi o secondi cambierà poco considerando le squadre in corsa. Poi a marzo e aprile dovremo giocarcela, cercando di essere in corsa anche per vincere il settimo Scudetto, che per noi deve essere il primo obiettivo. Non perché la Champions sia meno importante, ma perché è attraverso lo Scudetto, e quindi attraverso la quotidianità delle partite di campionato, che possiamo arrivare pronti. Pensando solo alla Champions – conclude – si rischia di far male su entrambi i fronti”.