Juve, tre mosse per ripartire

Niente più errori in fase difensiva: la ricetta di Ferrara per tornare subito a vincere\r\n\r\nToni decisi, po­che parole, concetti chia­ri. Ciro Ferrara ieri mattina si è fatto senti­re, ha approfittato della ferita ancora fresca per ritornare su ciò che non ha funzionato nel match contro il Bologna. Il tec­nico bianconero prima dell’allenamento ha pun­golato la squadra, ha analizzato le lacune mo­strate nell’ultimo match. Non si è trattato di un sermone vecchia manie­ra e tantomeno di un processo. Un faccia a fac­cia chiarificatore – piut­tosto – un colloquio pro­positivo, nel quale sono stati analizzati i difetti mostrati nell’opaco se­condo tempo di domeni­ca, conclusosi con il pari del Bologna all’ultimo minuto con Adailton. Ci­ro Ferrara, da buon psi­cologo, ha cercato di sti­molare l’orgoglio dei gio­catori, senza però ecce­dere più del dovuto nelle parole. Lui stesso sa per primo che dopo questi schiaffi morali – e un pa­reggio all’ultimo minuto in squadra rientra in questa casistica – non servono paroloni, i gioca­tori sono i primi ad esse­re delusi, specialmente quando si tratta di cam­pioni abituati a vincere. Il faccia a faccia ha toc­cato temi soprattutto tecnici: movimenti speci­fici, fasi di gioco partico­lari.\r\n\r\nIl punto uno della “ lezione” di Ferrara: i palloni persi a centrocampo. Uno vizio evidenziato più volte in queste prime uscite, tal­volta nascosto dalle pa­rate di Gigi Buffon, di­venuto lampante contro il Bologna. L’azione dell’ 1- 1 è stata innesca­ta da Tedesco, ma il pec­cato originale l’ha com­piuto Felipe Melo. Il brasiliano, perfetto fino a quel momento, è rica­duto in una leggerezza ( passaggio orizzontale d’esterno) poi rivelatasi fatale. Ferrara non ha certo processato il brasi­liano, anche perché nel pareggio di Adailton er­rori e colpevoli sono mol­teplici, piuttosto è parti­to dall’episodio per allar­gare il discorso. Dunque, maggior attenzione e concentrazione nella di­stribuzione del pallone, ma pure nel posiziona­mento. Insomma, Felipe Melo l’ingenuità l’ha commessa, ma è stato tutto il successivo schie­ramento della squadra che ha lasciato a deside­rare. Un concetto sul quale il tecnico juventi­no spinge dal primo gior­no di ritiro, cercando sempre di stimolare i giocatori con esercitazio­ni diverse per accrescere la curiosità e tenere alto il livello di guardia. Nel caso specifico di Felipe Melo, senza voler trovare scusanti, probabilmente ha inciso pure un pizzico di lucidità venuta meno: l’ex viola aveva corso per novanta minuti e recupe­rato una quantità indu­striale di palloni. Ma la differenza, spesso, la fanno proprio i dettagli. E su questo punto biso­gna lavorare.\r\n\r\nAttenzione, tanta atten­zione, Ferrara pretende in particolar modo quan­do l’arbitro fischia una punizione contro. L’input del tecnico è semplice: non lasciare mai scoper­ta la palla. Una disatten­zione simile ha facilitato il pareggio del Bologna, ma già alla seconda gior­nata aveva aperto la strada al momentaneo pari della Roma. Per ca­rità, Daniele De Rossi ci mise del suo, la conclu­sione era violenta e pre­cisa. L’errore di concetto però rimane. Il difetto, neanche a farlo apposta, si è riproposto anche nel­l’allenamento di ieri, du­rante la partitina finale. Del Piero, dopo essere stato steso da Caceres, ha battuto la punizione in velocità ( passaggio a centro area per De Ce­glie) senza trovare la giusta opposizione. Par­ticolare sul quale Ferra­ra non ha lasciato certo correre: «Sveglia ragaz­zi, bisogna svegliarsi in queste situazioni».\r\n(Credits Tuttosport.com)

Condividi
Pubblicato da
Alberto Zamboni