“In coma dopo una testata”: l’ex Milanista racconta il suo dramma I “E Allegri pareva un amico…”

L’ex giocatore del Milan racconta la tragica esperienza che lo ha portato al coma e lancia una frecciatina nei confronti di Allegri
Max Allegri è tornato alla guida del Milan dopo la sua prima parentesi dal 2010 al 2014. Una carriera da allenatore che è iniziata dalla provincia e ad Agliana, in provincia di Pistoia, ha avuto l’onore di avere a disposizione un giocatore che aveva indossato proprio la maglia rossonera e altre in serie A, con oltre 140 presenze.
Gli esordi con il Torino, dove è andato a un passo dal trionfo in Coppa Uefa, e poi il passaggio al club del presidente Berlusconi, a 24 anni, con la firma immediata del contratto e l’occasione di condividere lo spogliatoio con campioni del calibrodi Boban, Maldini e Baggio.
Ma a Milano non riuscirà a ritagliarsi un posto da protagonista, con la sua carriera che si arena e lo porterà poi a indossare le maglie della Reggiana e del Bari, fino alla decisione di ritirarsi nel 2004.
L’anno dopo, in seguito a un’aggresione in un locale della costa toscana, finisce in coma. Oltre alla paura di non potercela fare e il lento recupero, ciò che lo ha deluso è stato il trattamento che gli hanno riservato ex colleghi.
Il dramma del coma e l’allontanamento dal mondo del calcio
Intervistato dal Corriere della era, l’ex centrocampista contesta il fatto che il calcio lo abbia dimenticato e che nessuno si sia degnato di accertarsi sulle sue condizioni di salute.
Lui è Gianluca Sordo, che in bacheca ha la vittoria dell’Europeo Under 21 e un oro alle Olimpiadi di Barcellona nel 1992 con la Nazionale italiana.

Allegri lo ha dimenticato, il dispiacere dell’ex Milan
L’ultima esperienza in mezzo al campo è stato tra le fila dell’Aglianese, allenato da un Max Allegri che aveva da poco preso il tesserino per sedersi in panchina: “Era alla sua prima esperienza mentre io ero il giocatore più anziano. Gli davo una mano, in campo si era creato un bel rapporto“.
Non ha mai ricevuto la sua visita in ospedale: “In un mese di terapia intensiva non si è mai fatto vedere o sentire. Tutti sapevano quello che mi era accaduto, ne avevano parlato tv, radio e giornali“.
