“Ho smesso di lavorare grazie al calcio”, ex calciatore in pensione dorata a 50 anni I “Mai montato la testa, ho sempre risparmiato”

L’ex calciatore ha dichiarato di potersi mettere di non lavorare più grazie alla capacità di risparmiare quanto guadagnato in carriera
I calciatori professionisti, specie coloro che riescono ad arrivare a giocare in serie A, arrivano a guadagnare cifre importanti, partendo dal presupposto che la loro professione ha una durata decisamente inferiore rispetto a tanti altri lavori.
Questo valeva anche negli anni ’90, quando le cifre erano ben diverse rispetto a quelle, spesso propositate di oggi. Non c’erano proprietà saudite, ingaggi faraonici, destinazioni esotiche che facevano gola a top player ma il prestigio dei club faceva la differenza.
E c’è stato un centravanti che ha fatto le fortune del Venezia e del Torino e che ha realizzato il sogno di vestire la maglia della propria squadra del cuore, il Milan, con 13 presenze e tre reti nel girone di ritorno della stagione 1997-98.
Nonostante qualche infortunio di troppo, il bottino realizzativo è stato degno di nota e a 33 anni ha di fatto detto stop al mondo del calcio giocato, salvo qualche ulteriore anno nei dilettanti.
Dopo avere lottato in area di rigore, è pensionato da anni
Lui è Filippo Maniero che oggi può godersi il meritato riposo grazie alla sua capacità di gestione del denaro guadagnato nel corso della sua parabola calcistica. A quasi 53 anni, vive tra l’affetto della famiglia, che gli ha trasmesso i valori giusti.
E così si racconta a Il Corriere: “Ero figlio di un operaio dell’Enel, venivo dal basso, da una famiglia umile, da mio padre ho imparato a gestire il denaro, a non fare mai il passo più lungo della gamba“.

Non ha dilapidato il suo patrimonio, oggi vive di rendita
Oggi può vivere di rendita, ecco il suo segreto: “Nessun investimento rischioso, nessuna manovra spericolata. Ho avuto una grande fortuna e ho cercato di non dilapidarla, mi sono concesso qualcosa, ho rinunciato all’auto che costa quanto una casa, alla scarpa firmata, a qualche altro vizio di cui si può benissimo fare a meno“.
Un esempio da seguire per molti, figlio di un’epoca del calcio che forse non esiste più, con il Dio denaro che sta sempre più dominando uno sport in cui il giro d’affari assume ogni anno un connatato maggiore.
