Ferrara: “Juve, dai un’altra chance a Melo e Diego”

Intervenuto ai microfoni di Radio MilanInter, Ciro Ferrara intervistato dal giornalista e tifoso bianconero Claudio Zuliani, ha ripercorso i suoi mesi alla guida della Juventus e si è sbilanciato in qualche considerazione per l’immediato futuro.\r\n\r\nMister Ferrara, cosa fa in questo momento?\r\n“Sono a Torino, studio e mi aggiorno. Sono stato una quindicina di giorni in Inghilterra tra Manchester City e Londra per vedere gli allenamenti di amici come Mancini, Ancelotti, Zola”.\r\n\r\nMourinho riguardo alla sua situazione disse: ‘l’allenatore che riesce a finire la stagione sulla sua panchina è un eroe’, concorda?\r\n”Non so se possiamo considerarci tali. Gli eroi sono altri. Ma il paragone che ha fatto sta a significare che in Italia è difficile portare avanti un certo tipo di lavoro. Qui c’è molta più pressione. Sinceramente, vista la rivalità, Mourinho mi ha sorpreso positivamente con le dichiarazioni di sostegno nei miei confronti, prendendo le difese di un rivale. Non penso che l’abbia fatto perché ero in netta inferiorità, ma perché lo sentiva veramente. Mi trovavo in una situazione difficile, legata alle tante sconfitte. Gli obiettivi iniziali erano diversi e la società doveva prendere un provvedimento”.\r\n\r\nOra è arrivato il presidente Andrea Agnelli che ha fatto piazza pulita.\r\n”C’è stato un ribaltone e tutti ci auguriamo che le cose possano cambiare. Ci tengo a sottolineare che la Juventus non ha fatto un brutto percorso negli ultimi anni. Non dimentichiamo che dopo la risalita dalla serie B i risultati sono stati positivi, eccetto in questa stagione”.\r\n\r\nLei e gli altri allenatori della Juventus post-calciopoli, avete vissuto i medesimi problemi.\r\n“Il più grosso l’ho avuto io rispetto agli altri, ma ricordo che anche con la vecchia gestione assistemmo ad una stagione storta e Lippi diede le dimissioni. Le difficoltà ci furono anche in passato. Anche se quest’anno i numeri sono stati peggiori, non credo sia tutto da buttare. Non c’è bisogno di rivoluzioni. Dal punto di vista tecnico, Del Neri darà la sua impronta”.\r\n\r\nCi sono stati dei segnali non colti subito dopo la risalita in serie A?\r\n“Nell’arco di questi anni sono stati fatti inserimenti di giocatori che hanno reso in maniera diversa. I grandi campioni cominciano ad avere una certa età ma risultano importanti per il gruppo e la crescita dei giovani che arrivano”.\r\n\r\nDopo l’uscita dalla Champions con il Bayern Monaco la squadra è apparsa demotivata.\r\n“I giocatori sono abituati a lottare per determinati obiettivi, ma quando non vengono raggiunti se ne trovano degli altri, ricordando sempre che bisogna onorare la maglia. Non penso che i giocatori si siano scoraggiati a tal punto da non avere obiettivi importanti da rincorrere. I risultati negativi a livello morale e psicologico hanno pesato. Senza dimenticare le dure critiche che hanno creato un clima difficile per lavorare in maniera serena”.\r\n\r\nSi è sentita la mancanza di un uomo di campo forte dal punto di vista societario?\r\n“Era stato chiamato Bettega per questo ma la squadra ha dei meccanismi diversi, quando si riesce a compattare va contro tutto e tutti ma questa è stata semplicemente un’annata storta. E’ successo in passato anche al Milan o all’Inter. Alla Juventus è capitato quest’anno”.\r\n\r\nLa Juventus è veramente una squadra competitiva o è da rifare?\r\n‘Non penso sia da rifare, deve solo ritrovare la mentalità vincente che va costruita nel corso del tempo con giocatori che sposino l’idea dell’allenatore e che abbiano voglia di lottare insieme per determinati obiettivi. Oggi la Juventus ha elementi importanti’.\r\n\r\nPerché dopo un periodo positivo si è spenta la luce all’improvviso?\r\n“La squadra era partita molto bene, ma la convinzione è venuta a mancare con i primi risultati negativi e forse con l’eliminazione in Champions”.\r\n\r\nSi diceva che lei fosse troppo amico di certi giocatori\r\n“Me l’hanno ripetuto dall’inizio. Ma le scelte le ho sempre fatte con la testa e mai con il cuore e quando c’era da lasciare qualcuno in panchina l’ho fatto. Purtroppo a Ferrara viene imputata l’inesperienza e spero in futuro di non trovarmi più in questo tipo di situazione”.\r\n\r\nPerché ci sono stati così tanti infortuni?\r\n“Non c’è una risposta. Si è parlato dei campi e dell’umidità di Vinovo, della preparazione atletica, dei tanti impegni sostenuti sempre con gli stessi giocatori. E’ difficile darsi una spiegazione visto che le persone che gestivano erano diverse con metodologie diverse , magari qualche giocatore con un problema vecchio. Bisogna distinguere tra problemi muscolari e traumatici durante la partita,problemi di testa..ci può stare tutto. Mi sembra si è voluto guardare più in casa della Juventus ma anche le altre squadre hanno avuto problemi,tutte le squadre vanno all’estero a fare tournèe e fanno la stessa preparazione estiva”.\r\n\r\nC’è qualcosa che si rimprovera?\r\n“Ce ne sono tante ma non le dico”.\r\n\r\nQualche sassolino da togliersi contro chi l’ha criticata duramente?\r\n“A un certo punto ero anche poco difendibile. All’inizio mi dicevano che su di me c’era poco da criticare. Beh, diciamo che si sono rifatti con gli interessi… “.\r\n\r\nLa Juventus deve dare un’altra chance a Diego e Melo?\r\n“Penso che un occasione gli va data anche perché non è facile trovare loro una sistemazione. Poi bisogna vedere in che maniera Del Neri vorrà giocare e in questo senso forse quello più a rischio potrà essere Diego”.\r\n\r\n(Di Claudio Zuliani per Radio MilanInter)

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Pubblicato da
Alberto Zamboni