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Empoli-Juve 2-3: Vlahovic letale, Bonucci dirige la linea Maginot

Il meglio e il peggio della partita di ieri sera secondo il giudizio di Dio

Empoli-Juve 2-3: il meglio e il peggio visto ieri sera al Castellani.

SZCZESNY 5.5 – Ha la testa altrove e lo si comprende. Con il ritorno di Mefisto, prossimo sulla serie regolare di Tex, dopo 20 anni, cosa vuoi pensare all’Empoli.

DANILO 6 – Alla fine è lì in mezzo; sembra posizionato davanti alla porta per girare il video di Elio sulla 500. Ma come faranno quattro elefanti a stare in una 500? 2 davanti e 2 di dietro.

DE LIGT 6 – Rilegge i Promessi Sposi. E vedendo i suoi colleghi che civettano sulla linea dell’area piccola, come i bravi, si sente l’innominato. Spazzala, spazzala, spazzala, spazzala!

BONUCCI 6.5 – Fedele agli ordini dell’allenatore aiuta i suoi compagni ad abbassare la linea Maginot. Se ci si difende ancora più bassi, si corre meno e si rischiano meno infortuni. E quindi gradualmente si passa dall’area piccola a quella della porta.

PELLEGRINI 6 – Ha deciso di vedere i film in cui Thor (quello della Marvel) lavora per Netflix. E ha capito due cose: si svolgono in paesi esotici e c’è qualcuno da salvare. Il nerd che ne sa di mitragliatori e il mercenario che ne sa di filosofia sono intercambiabili (Extraction & Blackhat).

CUADRADO 6 – Quando tra 1959 e 1960 costruirono la fortezza di Alamo, per il film di e con John Wayne, per risparmiare sui costi, ci girarono un’altra ventina di film. Ne restano 14 (per ora) da giocare. Dita incrociate.

RABIOT 6.5 – Oggi evita la seduzione del Gatto e della Volpe; nessuno lo consegna a mangiafuoco. Corre scalpita e va; forse il Mastro Geppetto che siede in panchina ha smesso di dire calma che in francese significa: fermati, accomodati al centro del campo, mastica, medita, aggiustati lo chignon e diventa buddista: la realtà non esiste, se la eviti il pallone verrà da te.

ZAKARIA 5.5 – Prega bene nel primo tempo, ma razzola male al 32esimo. Anche lui aderisce alla controriforma dell’infortunio. Di chi è la colpa?

ARTHUR 6 – Gioca 90 minuti. E già così ci vorrebbe un dom Perignon. Fa partire l’azione del secondo gol, con una bella intuizione; Landucci come Sean Connery ha ordinato quello del 1953.

LOCATELLI 6 – Entra a freddo e comincia a cercare dappertutto la fantomatica Scimitarra di Budda (come dettogli da Allegri). Poi sul finale capisce che trattasi di un libro di Emilio Salgari e allora riprende in maniera forsennata a correre: chi è che non l’ha restituito al suo allenatore?

VLAHOVIC 7.5 – Lee Van Cleef alias Sentenza, in il buono, il brutto e il cattivo porta sempre a termine il suo lavoro. È stato pagato per farlo e nessuno ha mai potuto lamentarsi, neppure quando festeggia per una punizione presa al 93esimo, in una partita con l’Empoli.

KEAN 6.5 – Abile nel balletto. Si allena con gli amici del Foxtrot a Castiglione Torinese. Chissà qual è il ruolo che Allegri ha pensato per lui, per allontanarlo dalla porta.

MORATA 6 – Nel primo tempo è costretto a interrompere la lettura di Uncinetto e Moda per andare a prendere i ramen caldi, arrivati per Zakaria. Nel secondo sta per mettersi all’opera, seguendo le indicazioni di taglio e cucito, ma deve addirittura entrare.

ALLEGRI 5.5 – Dio è con noi, perché anche lui odia l’Inter. No Dio non è con noi perché anche lui odia gli imbecilli. (quasi cit). Si infortuna anche Zakaria. La colpa è di tutti e di nessuno; ma Esculapio dio della medicina ha lasciato Vinovo da parecchio tempo e le urla di Allegri (che nel frattempo legge: alla finestra la speranza di Don Tonino Bello – cercando il santo patrono che protegge dagli infortuni) non riescono a farlo tornare. Mette insieme quel che ha, come le scatole di Lego date in sconto o regalate ai poveri perché mancanti di qualche pezzo.

TENET I N THE DARK – La Juve sembra una squadra sempre sull’orlo di una crisi di nervi. Come le donne del film di Almodovar, con Banderas che dorme sui divani, ed evita di interromperle. Basta un pochino di pressione delle squadre avversarie che si comincia a tremare, senza soluzione di continuità. E tutti assieme organizzano il trenino basso, quello che si danza sulle ginocchia, sulla linea di porta.

Non so se fisico o mentale, ma il problema è strutturale.

La colpa è chiaramente dei magazzinieri, a metà con chi si occupa della carotatura dell’erba del campo.

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Pubblicato da
Alberto Zamboni