Ecco perché non abbiamo vinto: Spalletti vuota il sacco | La verità ha sconvolto i tifosi

Luciano Spalletti
Luciano Spalletti (Youtube) – Jmania.it

Un pari senza reti che lascia riflessioni: ritmo, qualità nell’ultimo tocco e la voglia di ripartire subito con idee chiare.

Lo 0-0 dell’Allianz ha fotografato una Juventus capace di comandare lunghi tratti del gioco, senza però trasformare la supremazia in gol. È stata una partita tesa, con spazi stretti e contrasti continui, in cui la squadra bianconera ha cercato di tenere alta l’intensità e di moltiplicare gli sbocchi offensivi.

Il risultato finale, a reti bianche contro il Torino, racconta soprattutto la difficoltà nel trovare la giocata pulita nell’ultimo terzo di campo, quella che fa la differenza quando le difese sono schierate e i tempi di giocata si accorciano.

Nel complesso, il derby ha confermato una struttura solida e un’idea precisa, ma ha lasciato in sospeso la questione più delicata: l’efficacia sotto porta. La Juventus ha provato a cambiare ritmo con scambi rapidi e inserimenti, ha accompagnato l’azione con diversi uomini e ha protetto bene le transizioni avversarie, ma non ha trovato la zampata.

In giornate così, il dettaglio pesa più del volume: un controllo orientato, un passaggio più pulito, una scelta meno affrettata. È lì che si costruisce lo strappo decisivo, mancato per una combinazione di stanchezza, densità di maglie e qualche lettura imprecisa nelle zone calde.

Le parole di Spalletti: ecco che cosa è mancato

Nel dopogara Luciano Spalletti ha messo a fuoco il cuore del problema con un concetto semplice e diretto, affermando quello che è venuto a mancare per raggiungere la vittoria: “Un po’ l’ultimo passaggio, la precisione nell’angusto, nel traffico, e poi anche qualche passaggio ancora più qualitativo di quelli semplici”. L’allenatore ha spiegato che quando le linee avversarie si comprimono serve alzare la qualità del palleggio corto e medio, perché è lì che maturano le occasioni migliori. “Quando in conferenza stampa ho detto: il rumore della palla che viaggia a 2000 all’ora, a velocità altissima sull’erba, è quello lì”, ha aggiunto, indicando nella rapidità d’esecuzione e nella pulizia tecnica la chiave per scardinare difese molto protette.

Sul piano emotivo, Spalletti ha escluso drammi inutili, pur senza edulcorare la prestazione: “Delusione è un’altra cosa, non siamo contenti perché noi dobbiamo vincere le partite… Nessuno è nello spogliatoio contento”. L’analisi tiene insieme due piani: da un lato la continuità di proposta e l’atteggiamento propositivo, dall’altro la consapevolezza che il salto richiesto passa dall’ultimo gesto tecnico e dalla velocità di pensiero nei 20 metri finali. Alla domanda se si trattasse di due punti persi, la risposta è stata netta nella sua misura: “Non lo so, questo lo dica lei. Per me è soltanto il fatto che non siamo riusciti a vincere una partita che dovevamo provare a vincere. Questo l’abbiamo fatto, per cui siamo a posto con la coscienza”.

Spalletti
Spalletti (LaPresse) – Jmania.it

La rotta durante la sosta: lavoro sui dettagli e scelte mirate

Lo 0-0 cade alla vigilia della pausa e Spalletti ha già segnato le priorità dell’officina bianconera: “Si piglia le partite, si guardano e in base a quello che è successo e che è stato il comportamento si prova a metterci qualche cosa sopra”. Un programma che passa dal video e dal campo, con esercitazioni mirate su tempi di smarcamento, angoli di passaggio e rifinitura veloce. L’idea è trasformare la mole di gioco in pericolosità concreta, rendendo più automatici certi movimenti tra mezzali, esterni e punte. In questo modo il possesso non resta fine a sé stesso, ma diventa un grimaldello per creare linee pulite di tiro o rifiniture dentro l’area.

La gestione delle energie sarà un altro punto sensibile, come ha ammesso il tecnico parlando di stanchezza accumulata e rientri graduali: “Probabilmente sì, potevo cambiare qualcosa, però li ho visti vogliosi… Quando ci sono partite ravvicinate alcuni calciatori vanno recuperati”. Durante la sosta, tra nazionali in viaggio e gruppo ridotto, si punterà a recuperare brillantezza e a costruire automatismi negli ultimi metri, senza snaturare l’identità data in queste settimane. Lo stato d’animo resta competitivo: non c’è appagamento, non c’è rassegnazione, c’è l’ammissione di ciò che è mancato e la volontà di colmare quel margine con lavoro mirato. Perché in un campionato così equilibrato, spesso basta proprio quell’ultimo passaggio per spostare un pareggio dalla parte giusta.