Di Livio: “E’ De Ceglie il nuovo soldatino”

Sabato riprende il campionato dopo la sosta che ha consentito alla nostra nazionale di qualificarsi ai prossimi Mondiali in Sud Africa. Il primo anticipo della giornata vedra’ opposte due grandi rivali del nostro campionato: Juventus e Fiorentina. Un grande ex di entrambe le squadra, smessi i panni di calciatore e ora osservatore del ct, e’ la persona piu’ adatta per parlare di questo importante big match: “Sarà una bella lotta – dichiara Di Livio a TuttoSport – Di più: una lotta alla pari e non solo perché hanno gli stessi punti in classifica, quattordici, ma perché ha il sapore di un derby, con la giusta, particolare ten­sione. La rivalità tra le tifoserie è intatta, i giocatori la sentono e a volte ne risentono”.\r\nIn passato la rivalita’ tra le due squadre sembrava maggiore (l’apice forse si raggiunse ai tempi di Roberto Baggio), ora le cose, da un po’ di anni, sembrano andare meglio, Di Livio ha la sua spiegazione: “Merito mio e di Torricelli, che abbiamo smorzato i toni. Ora vediamo che Zanetti e Mar­chionni passano dall’altra par­te senza problemi, idem Felipe Melo. E pure Maresca era sta­to “degobizzato”. Una volta non si poteva realizzare uno scam­bio del genere, ma il rapporto è cambiato, intendo dire fra le due società. Mi sembra sia ot­timo. La Juve ha sempre man­tenuto il suo stile, lo stile Juve. E la Fiorentina con i fratelli Della Valle ha acquisito stabi­lità e sicurezza”.\r\nL’ex ‘soldatino’ poi elegge quello che potrebbe essere il suo erede in maglia bianconera: “Camoranesi? Mmmmm, trop­pa fantasia. E piedi buoni. Se guardo ai giovani, non nego che mi piaccia molto De Ceglie, tutto vigore e sgroppate”.\r\nLa chiusura e’ un commento sulla serie A, un campionato che molti ultimamente considerano di livello inferiore a quello inglese e spagnolo: “Il torneo è ancora più difficile degli scorsi anni. Se penso al Bari che va due volte a Milano e entrambe le volte fa la parti­ta… E poi Samp, Genoa, Paler­mo. Si rischia di perdere con chiunque. Il livello medio è ele­vato e il livello “basso” si è alza­to notevolmente. C’è più qua­lità, per fortuna: così rilancia­mo il nostro calcio”.

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Pubblicato da
Alberto Zamboni