Danilo campione di solidarietà: a lui il premio “L’altropallone”

Danilo vince il premio “L’altropallone”. Oltre al campo, il capitano della Juve si distingue anche sul terreno della solidarietà grazie alla sua associazione con cui aiuta tanti bambini brasiliani in difficoltà.

Ogni anno l’Associazione Altropallone assegna il premio “L’altropallone” agli sportivi che si contraddistinguono sul campo della solidarietà. Quest’anno il premio è stato assegnato al capitano della Juve Danilo, che dal 2015 aiuta i bambini in difficoltà a Bicas, nel Minas Gerais, dove il difensore è nato e cresciuto, tramite l’associazione “Futuro Re2ondo”. Oltre 160 bambini hanno accesso a istruzione e cure mediche grazie all’aiuto del giocatore bianconero. “Quello che mi ha insegnato il calcio” ha dichiarato Danilo in una intervista all’associazione, “è che non puoi farcela da solo. Abbiamo sempre bisogno l’uno dell’altro, se no non vai lontano”.

A Danilo il premio “L’altropallone”: “Bisogna educare i bambini sui temi importanti”

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 (Photo by Valerio Pennicino/Getty Images)

Campione in campo e fuori, Danilo. Nonostante il successo ottenuto nel calcio, non dimentica le sue origini: “A Bicas sono cresciuto e c’è ancora la mia famiglia. Per avere successo non c’è bisogno di vivere nelle grandi città e tramite il calcio vogliamo che i bambini sognino il successo. E se non ci riusciranno, gli insegneremo a trovare la felicità in altre cose”. La prima cosa è lo studio: “Io andavo bene a scuola perché ne ho sempre riconosciuto l’importanza. Per diventare una persona di spessore bisogna studiare, avere empatia coi compagni e saper avere pensieri giusti”.

Studiare per sconfiggere l’ignoranza: “La cosa principale è l’educazione. Dobbiamo educare i bambini sui temi importanti come il razzismo. Noi dobbiamo investire sull’educazione perché saranno le prossime generazioni a fermare il razzismo”.

Infine, il suo futuro: “Quando smetterò mi iscriverò all’università. Voglio studiare psicologia per capire come funziona il cervello. Ora andrò in vacanza e incontrerò i bambini dell’associazione. Imparo tanto da loro, mi danno ossigeno per andare avanti”.