Damascelli risponde a La Russa: “Se fossero ancora in vita Gianni e Umberto Agnelli…”

“Andrea Agnelli è un bugiardo. È ossessionato dall’Inter, è senza personalità. Ha fatto ricorso all’Uefa per gli scudetti? È un vecchio vizio di amicizie. Come mai la Juve non vince più il campionato? Evidentemente perché prima c’erano anomalie. E perché l’Inter scoperta quell’anomalia è tornata a vincere?”. Queste le parole (o meglio una serie di luoghi comuni) del Ministro della Difesa Ignazio La Russa, che intervenuto circa un giorno e mezzo fa ad Italia 1, ha attaccato il presidente bianconero Andrea Agnelli, ‘reo’ di chiedere con insistenza giustizia (o meglio pari trattamento) in seguito alla farsa di Calciopoli. A ribattere all’interista La Russa, ci ha pensato oggi Tony Damascelli, che dalle colonne de ‘Il Giornale’ scrive…\r\n

[…] Chi ha pronunciato queste parole? Un ultrà? Trattasi di un ministro, di un ministro della Difesa avvezzo a circostanze più gravi, più tragiche. Ma qui La Russa Ignazio scende in campo non per la Patria ma per il football, butta la pancia e il cuore oltre l’ostacolo, anche se ha cercato di ammorbidire il tiro nel pomeriggio, dicendo che Agnelli non è proprio bugiardo ma «un po’ bugiardo». Ora il Ministro dovrebbe sapere che o si è incinta o non si è incinta, «un po’» è una palla in corner, è un compromesso alla lingua italiana che lo stesso La Russa conosce e frequenta egregiamente. Sull’allusione al «vecchio vizio di amicizie» con Platini tralascio di ricordare, per motivi di opportunità, l’immagine che il rappresentante del nostro Governo offrì in occasione della finale del campionato europeo Uefa del duemila e sei, a Vienna. Sul fango versato addosso a Facchetti ricordo che lo stesso Moratti, in una lettera apparsa su Il Corriere della Sera, il giorno della scomparsa del grande Giacinto, fu il primo a usarne il cognome, scrivendo non della carriera illuminata ma, testualmente «…qualche mese fa ti chiedevo, un po’ scherzando, un po’ sul serio come mai non riuscivamo ad avere un arbitro amico tanto da sentirci almeno una volta un po’ protetti, e tu, con uno sguardo fra il dolce e il severo, mi rispondesti che questa cosa non potevo chiedertela, non ne eri capace. Fantastico…». Fantastico davvero. Riassunto: la Juventus si è accorta, cinque anni dopo, di esistere, si è liberata dei «ladri» ma vuole tenersi il «bottino» dei 29 scudetti; l’Inter, che dalla stessa rivale corrotta e corruttrice, ha prelevato una parte del patrimonio e gli interessi (Vieira e Ibrahimnovic non sono due «anomalie»), difende la cassa e si professa vergine. Se fossero ancora in vita Gianni o Umberto Agnelli, il dizionario della contesa sarebbe differente. Ma Andrea è giovane, ossessionato, senza personalità. E un po’ bugiardo. Soprattutto juventino. Caro ministro, DICIAMOLO.

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Pubblicato da
Alberto Zamboni