Conte alla Juve, UFFICIALI le sue prime parole: “Non avrei accettato senza rassicurazioni” | Tutta la verità nell’intervista

Antonio Conte in panchina - Foto ANSA - Jmania.it
Antonio Conte in panchina – Foto ANSA – Jmania.it

La rivelazione sorprendente di Antonio Conte di ritorno alla Juventus, nell’intervista svela un retroscena che stupisce tutti

Antonio Conte è nel cuore di tutti i tifosi bianconeri e il suo recente Scudetto vinto con i rivali dell’Inter non ha vanificato il contributo dato alla causa juventina nel corso della sua carriera. Da calciatore ha preso parte alla rosa che ha vinto l’ultima Champions League nel 1997 battendo in in finale a Roma l’Ajax ed è stato decisivo anche in campionato con le sue giocate in mezzo al campo.

Ma è in panchina che è entrato nella storia del club. Dopo l’assestamento post Calciopoli, il ritorno in Serie A al termine di un anno in purgatorio in B, alcuni deludenti settimi posti, spetta al carismatico pugliese prendere il timone della squadra.

Nessuno all’inizio della stagione 2011-12 avrebbe pensato che quel gruppo di giocatore avrebbe trionfato e vinto lo Scudetto addirittura senza perdere nemmeno una partita, avendo la meglio di un Milan che aveva dei campioni nello spogliatoio, da Ibrahimovic a Thiago Silva.

Un gioco che ha stupito tutta Italia, con un dinamismo inedito per un club italiano, una pressione asfissiante e un possesso palla corale per costruire la fase offensiva, tutti ingredienti innovativi che hanno lanciato Conte tra i tecnici migliori della sua generazione.

La prima intervista di Antonio Conte da allenatore della Juventus

Ma va ricordata la prima intervista da allenatore juventino di Conte, rilasciata alla voce di Juventus TV Claudio Zuliani e la sua risposta su cosa lo aveva spinto ad accettare la proposta di Andrea Agnelli.

Antonio risponde che aveva già ricevuto un’offerta per la panchina due anni prima ma che solo adesso, a giugno 2011, si sentiva pronto perché aveva avuto le giuste rassicurazioni di poter costruire qualcosa di importante, fatto che lo ha spinto a dire sì, partendo dal presupposto di un grande amore nei confronti del club.

La rosa del primo Scudetto, dal centrocampo pieno di stelle all’attacco senza un bomber

Grande merito va a Beppe Marotta che aveva iniziato a plasmare la rosa destinata a dominare per un decennio la Serie A, andando a scoprire talenti in giro per l’Europa, da Vidal a Pogba, e sfruttando delle occasioni che si erano presentate sul mercato, primo tra tutti lo svincolato Andrea Pirlo.

Un attacco non molto prolifico, con Vucinic e Matri come titolari, ma con una squadra che a fine campionato aveva avuto molti marcatori diversi, a testimonianza di un gioco corale.